Il dono di Festo

“Dardaaaaa!” urlò senza fermarsi mentre passava davanti alla cucina.
Darda entro nello studio pochi minuti dopo: “La signora ha chiamato?” disse senz’ombra di ironia. In altra occasione Serna sarebbe arrossita fino alla radice dei capelli, ma ora non la sentì nemmeno, affascinata com’era dalla cosa che aveva davanti.

Darda rimase in silenzio a guardare quello strano millepiedi che occupava quasi tutta la stanza. Interrompere Festo per chiedere spiegazioni era impensabile. L’Amuleto di Serna era diventato d’argento e pulsava al ritmo delle parole del Dio.
“Ci riusciremo! Riusciremo a farlo funzionare! Grazie Festo!”
Aspetta a ringraziare. Dovete ancora dimostrare di non essere gli imbecilli che siete sembrati ieri. Non vi darò, stavolta, le istruzioni complete. Solo l’idea generale. Guarda bene questo modello perché è tutto quello che avrai.
L’Amuleto tornò a splendere del solito colore giallo intenso. Festo se ne era andato.
“Amuleto: fai una copia di questa immagine prima che scompaia.”
“Festo ha inibito questa funzionalità.” Serna imprecò fra i denti.

“Mi vuoi spiegare che sta succedendo?” chiese Darda, che, intanto, si era avvicinata e stava osservando da vicino l’immagine.