La porta si era appena chiusa alle sue spalle quando l’Amuleto di Thano prese a pulsare di luce verde e la figura di Asclep si manifestò davanti a lui.
“Cos’è che ti disturba, Jona?” chiese senza preamboli.
Jona esitò solo un istante.
“Sono letteralmente figli tuoi, vero? Perché non gli hai mai detto che sono il prodotto di manipolazioni genetiche?”
“Che importanza ha se una mutazione è casuale o è indotta coscientemente? Sì, sono figli miei. Ora spiegami perché farai del tuo meglio per tenere per te questo segreto.”
Jona era attentissimo, ma non riuscì a percepire nessun tono di minaccia nella voce del Dio. Aveva parlato con il tono di un professore che interroga.
Rimase a lungo in silenzio, mentre Asclep aspettava pazientemente, come se non avesse nient’altro da fare per il resto dell’anno.
“Per lo stesso motivo per cui non si dice a un ragazzo che è un trovatello adottato? O, almeno, è meglio lo faccia il genitore e non un estraneo?” azzardò alla fine.
“Questo è un modo di vedere la questione.”
“È chiaro che non posso essere io a dare una notizia del genere, ma perché non lo dici tu?”
Asclep fece uno dei suoi sorrisi asciutti e senza allegria che talvolta contrastavano con il suo aspetto bonario. “Una volta, in una terra lontana da qui, nel tempo e nello spazio, c’era una civiltà di uomini che avevano sfruttato la terra in ogni modo possibile. Gli animali non andavano più al pascolo, perché erano troppi e non c’erano più prati a sufficienza. Li tenevano chiusi nelle stalle e li nutrivano con fieno e altri mangimi coltivati appositamente.”
“Gli uomini erano tanti e la terra non ce la faceva più a produrre abbastanza per loro e per gli animali nelle stalle. Il costo dei mangimi cresceva. Nel contempo i rifiuti si accumulavano e diventava sempre più difficile smaltirli. In particolare nelle stalle si accumulavano gli scarti della lavorazione delle carni.”
“I loro scienziati cercarono un modo per risolvere questo e altri problemi. Una delle soluzioni trovate fu quello di triturare, sterilizzare, essiccare e quindi trasformare in farina animale gran parte dei cascami organici. Queste farine hanno un elevato contenuto proteico e sono quindi adatte a integrare i mangimi di origine vegetale.”
“La soluzione funzionò a meraviglia: Gli scarti di macellazione venivano riusati e gli animali crescevano bene.”
Asclep fece una lunga pausa. Jona rimase in silenzio. Ovviamente la storia non finiva lì, c’era dell’altro.
“Che cosa può andare male in una situazione del genere?”
“Di che animali si parla?” chiese Jona per prendere tempo.
Asclep assentì con il capo: “I problemi si sono avuti con ovini e bovini”
Jona si illuminò, ma solo per un istante. Era troppo ovvio: “Immagino abbiano controllato che il metabolismo degli erbivori tollerasse le proteine di origine animale, vero?”
“Infatti. Fecero lunghi studi, per un arco di tempo superiore alla vita normale di un animale; non trovarono alcuna controindicazione.”
Jona rimase a pensare a lungo; Asclep continuava a non mostrare alcuna fretta.
“Contagio?” azzardò esitando; non aveva altre idee.
“La sterilizzazione era fatta ad alta temperatura, così come la successiva essiccazione. Né virus né batteri possono sopravvivere a quelle condizioni.”
Jona si fece ancora più attento: Asclep non aveva detto che non c’era stato contagio! Era sicuro della sua intuizione:
Asclep Annuì ancora una volta: “Esiste una proteina, completamente termostabile, che ha due possibili configurazioni tridimensionali. Una, quella normale, è un componente della membrana cellulare, in particolare delle cellule nervose. L’altra forma, estremamente rara, non è utile e non solo si accumula nel cervello, ma induce le proteine in forma normale a cambiare la struttura nella forma alterata. L’effetto è inizialmente molto lento, ma poi progredisce rapidamente. L’animale muore entro pochi mesi dalla diagnosi della malattia.”
“Detto per inciso: ora puoi capire meglio le ragioni e la portata della “Direttiva Primaria”.”
“È successo veramente? Un animale malato può averne infettati centinaia!”
“È successo veramente. È stato anche peggio di quello che immagini: hanno usato le carcasse di animali morti della malattia come scarti per produrre altre farine.”
“Idioti!”
“A quel tempo nessuno aveva mai sentito parlare di agenti patogeni che potessero resistere in quelle condizioni!” lo rimproverò Asclep secco, poi: “Cosa ti insegna questa storia?”
Jona, che aveva sentito sulla pelle la sferza della voce del Dio, rispose lentamente:
“Più di venti anni”, confermò Asclep.
“In alcuni casi l’incubazione può durare più di cinque anni.”
“Non avevano speranza! Non c’era nessuna possibilità di trovare una simile patologia in prove di laboratorio e nemmeno con eventuali piccoli allevamenti pilota!” Asclep annuì ancora una volta.
“Adesso capisco la Direttiva primaria e perché Gornor è così cauto: Solo gli Dei possono prevedere davvero i risultati di manipolazioni genetiche.”
“Non è del tutto corretto, ma per ora può bastare.”
Jona rimase interdetto: chi altri poteva? Asclep non sembrava intenzionato a dare ulteriori spiegazioni.
“Capisci ora perché può non essere il caso d’interferire su un ecosistema complesso?”
Jona ebbe un momento di vertigine: che stava dicendo? Che c’entrava? Poi ricordò da dove erano partiti, abbassò il capo e disse sincero: “Non ho nessuna intenzione d’interferire in situazioni che non capisco completamente.”