Il rumore dei Troll e del loro ferale pasto era oramai lontano alle sue spalle quando Jona rallentò il passo. “Dove sono?”
“Qui”, rispose l’Amuleto mostrando la solita mappa celeste.
“Minz è fuori discussione, ma anche Ruudesh è troppo lontana. Non ci arriverò mai prima di notte!” disse Jona sconsolato. Si trovava ancora a mezza costa, più vicino alla cima dei monti che alla valle ed era anche spostato rispetto al paese.
“Con un po’ di sforzo forse potresti arrivare qui.” Sulla mappa apparve un cerchio rosso. Jona si chinò a guardare meglio e vide un grosso roccione con un’apertura in cima: “Una grotta?”
“Sì, sembra in una posizione sicura.”
“Come ci arrivo?”
La solita pista gialla apparve fra gli alberi e Jona si rimise in moto.
Arrivò allo sperone roccioso che era già buio pesto. La luce dell’Amuleto illuminò una parete verticale di roccia ruvida e screpolata.
La bocca della caverna si apriva quasi in cima. Jona non sarebbe riuscito a raggiungerla se non fosse stato per una fessura che tagliava tutta la parete in diagonale, ma, seguendo quella e con molto sforzo, riuscì a rotolare dentro.
La grotta era un vano squadrato, chiuso sul fondo da un ammasso di massi e pietre.
Era strana, sembrava artificiale, anche la parete era troppo verticale e troppo piana per essere naturale. A domanda l’Amuleto rispose con un neutro: “non saprei” e Jona capì che lo sapeva benissimo e che non voleva, o non poteva, parlare.
Si diede ancora un’occhiata in giro ripromettendosi di esaminare meglio quel posto alla luce del giorno.
“Siamo al sicuro?”
“Penso di sì. Non sento animali pericolosi nelle vicinanze. I lupi, anche se ce ne fossero, non potrebbero entrare e i Troll nemmeno: troppo grossi per passare da lì”.