Jona si svegliò in una luce rosata. Per un istante pensò fosse l’aurora, poi si inchinò di fronte ad Afro. Era bellissima, come ci si aspetta dalla dea dell’Amore. Nonostante la sua lunga tunica coprisse quasi completamente la sua pelle nera come l’ebano la sua femminilità era più che evidente.
“Che cosa posso fare per te, Afro?”
La dea sorrise: “Sempre attento ai particolari. Bravo. Sono qui per chiederti un favore. Sei disposto ad aiutarmi?”
“Sono sempre disposto ad aiutare e sai bene che ho dei debiti di riconoscenza che intendo onorare, ma mi è difficile prendere impegni prima di sapere che cosa vuoi da me in questa terra dove l’amore non sembra esistere, in questa terra dimenticata dagli dei!”
“La vista di quel che succede qui ti ha scosso più di quanto tu non voglia ammettere; forse avresti fatto meglio a seguire il consiglio del tuo Amuleto. In ogni modo hai torto su entrambe le questioni: l’amore c’è pure in questa terra — anche se devo ammettere che delle quattro forme qui ne sopravvive quasi soltanto una — e gli Dei non hanno dimenticato, ma sono stati cacciati.”
“Cacciati?”
“Sì, cacciati.”
Fece una breve pausa per consentire alle sue parole di penetrare lo scetticismo del Mago, poi proseguì: “Anche se voi mortali amate pensare il contrario, noi Dei abbiamo le nostre leggi e siamo tenuti a rispettarle. La prima e principale è quella che ci vincola a non intervenire se il nostro intervento non è gradito alla maggioranza della popolazione. In queste terre, a torto o a ragione, sono quasi tutti convinti che il nostro intervento finisca per limitare la loro libertà. Libertà alla quale loro tengono molto, anche se in molti casi si tratta della libertà di morire sgozzati.”
“È successo circa un centinaio di anni fa; queste terre erano molto simili a quelle dei monasteri, che credo visiterai dopo queste, se Thano te lo permetterà. I sacerdoti dispensavano consigli e aiutavano nella conduzione dello Stato, forse troppo. A un certo punto si sparse la voce che in realtà i sacerdoti controllavano tutto, sapevano tutto, e pretendevano che tutti facessero quello che sembrava giusto a loro. La voce si ingigantì rapidamente. In appena qualche mese si arrivò al punto che la grande maggioranza della popolazione guardava i sacerdoti con sospetto, non voleva il loro intervento, non voleva sentire le loro parole, non voleva sentir parlare di noi. La gente non lo sapeva, ma questo, per la legge di cui ti dicevo prima, ha fatto sì che non potessimo più intervenire direttamente in questa terra. Molti sacerdoti, visti i propri Amuleti praticamente inusabili, sono fuggiti e questa loro fuga è stata interpretata come un’ammissione di colpa. Quelli che erano rimasti sono stati trucidati. In questo modo siamo stati cacciati da qui.”
Jona era attonito. Non aveva mai immaginato che gli dei potessero essere piegati alla volontà degli uomini, ma questo era esattamente quello che Afro raccontava. Non alla volontà di un uomo, ma alla volontà della maggioranza della popolazione. La cosa aveva innumerevoli implicazioni e lui rimase a lungo immobile in silenzio mentre la sua mente inseguiva quei rivoli di conoscenza.
Quando la Dea riprese ebbe un sussulto di sorpresa:
“Uno degli amuleti, appartenuto a una mia sacerdotessa, è stato ritrovato da un bambino, un bambino pieno di amore, e ha reagito a quell’amore. Ora sono entrambi in pericolo mortale. Ti chiedo di salvarli.”
“Un bambino?”
“Ragazzo, per la verità, abbastanza grande da sentire i primi richiami dell’eros. Questo ha fatto sì che potesse provare tutte quattro le varietà dell’Amore e a questo l’amuleto ha reagito.”
“Eros e Agape, le categorie classiche. Sono quelle che vengono insegnate da tutti i sacerdoti. In realtà ne esistono altre due: l’amore che nasce dalla morte ed è la varietà che più abbonda da queste parti.”
“L’amore che nasce dalla morte? Intendi dire l’impulso naturale a far l’amore quando si è in presenza di morti, specie se violente?”
“Sì, intendo proprio quello, ma non disprezzarlo troppo questo “impulso naturale”. Anche quella è una forma di Amore e ha una sua dignità; una dignità e una forza che gli permettono di sfidare Thano.”
La dea sorrise: “è buffo come voi mortali siete sempre pronti a pensare che gli “impulsi naturali” siano, per qualche ragione, meno importanti o meno interessanti del resto. Ma, pensaci bene, cos’è l’amore tra un uomo e una donna se non l’effetto di un “impulso naturale”? Gli impulsi naturali formano la base e la materia sulla quale poi noi costruiamo i nostri sentimenti e le nostre azioni.”
“Capisco, almeno credo. E la quarta forma?”
“La quarta forma cercala nel tuo cuore, perché ne sei pieno.”
Jona era confuso, si rendeva conto che la dea gli aveva appena fatto un alto elogio, ma non capiva cosa si riferisse: “perdonami, dea, ma non riesco a seguire le tue parole.”
“Perché hai tirato giù quei due vecchi dalla forca, ieri mattina?”
“Semplicemente perché mi sembrata la cosa giusta da fare,” rispose Jona sempre più perplesso.
“E avevi sicuramente ragione! Ma perché ti è sembrata la cosa giusta?” Insistette la Dea.
“Mi è sembrata una cosa indegna lasciarli lì. Nessuno vorrebbe essere lasciato appeso in quel modo, anche dopo morto.”
“Appunto, come ti dicevo: un atto di Amore. L’Amore per il quale il nostro benessere, il nostro essere in pace con noi stessi, passa per il benessere della persona o della cosa amata.”
Jona cominciava a capire in modo ancora abbastanza confuso: “Intendi il piacere che si ricava ad aver fatto del bene?”
“Se vuoi puoi anche esprimerlo in quel modo, ma ricorda che per ricavare piacere dall’aver fatto del bene bisogna voler bene. Bisogna amare.”
“La quarta forma dell’Amore è quel particolare stato d’animo in cui il “benessere” della persona o dell’oggetto amato diventa importante, essenziale, per il nostro proprio benessere mentale.”
“Non l’avevo mai guardata sotto questo profilo, ma so perfettamente che molto spesso rendere felici le persone mi rende felice. Mi rendo conto adesso che questo vuol dire che in qualche modo io amo quelle persone.”
“Hai il cuore veramente grande Jona”, disse la Dea con un sorriso radioso,
Jona arrossì fino alla radice dei capelli, tanto che l’imbarazzo lo costrinse a cambiare argomento: “Che devo fare con questo tuo nuovo sacerdote, dove lo trovo?”
“Per quanto riguarda il “dove” il tuo Amuleto ti può aiutare. Per quanto riguarda il “cosa” fare dovrai decidere da solo. Ti chiedo solo d’incontrarlo e di consigliarlo per il meglio.”
“Farò quel che posso.”
Afro gli lanciò uno strano sguardo ammiccante, poi con un sorriso enigmatico disse: “Che cosa si può chiedere di più a una persona, se non di fare quel che può?”