“Da questa parte, prego.” Jona seguì la sua guida per un’altra serie di corridoi. Il suo senso dell’orientamento, del quale era sempre andato fiero, gli diceva che avevano fatto un ampio giro per tornare al punto di partenza o quasi. Stava per chiederne il motivo quando si fermarono davanti a una porta. Dentro c’era un piccolo ufficio con l’immancabile scrivania alla quale stava una giovane donna. Ci fu un breve colloquio, un passare di mano di fogli di carta, poi la sua guida si ritirò salutando Jona con un cenno del capo.
“Si accomodi, prego. La Sacerdotessa la riceverà a breve”, disse la donna indicando le sedie dall’aspetto scomodo mentre si alzava per andare a bussare a un’altra porta, poi entrò apparentemente senza aspettare risposta.
Riapparve pochi istanti dopo invitandolo a entrare mentre annunciava formalmente: “Jona di Tigu, Cercatore di Thano”.
La stanza era una versione più grande ed elaborata dello studio della segretaria, ma non meno austero. La Sacerdotessa si alzò da dietro la scrivania per venire ad accogliere Jona che notò come si fosse cambiata d’abito e avesse raccolto i capelli in una coda di cavallo. Sorrise dentro di sé: ecco a cos’era servito perder tempo con quel lungo giro.
“Benvenuto Jona di Tigu, cosa ti porta a noi?”
“Cerco saggezza”.
“Sei il quarto Cercatore di Thano che arriva al nostro Monastero in altrettanti anni”, gli disse mentre gli faceva cenno di accomodarsi su uno dei due divanetti affacciati che erano sotto la grande finestra. “Precedentemente i nostri registri annotano solo apparizioni sporadiche, decenni l’una dall’altra. Pare che Thano trovi questo gioco particolarmente interessante, ultimamente.”
“Oppure prima ci faceva passare da qualche altra parte”,
azzardò Jona.
Dopo un breve pausa: “Quello che non capisco è perché Thano consideri “istruttiva” per noi Cercatori una visita a un’Alta Corte di Giustizia”.
“Oh, se è per questo, il nostro Monastero è molto più di un semplice tribunale”, rispose lei con evidente orgoglio, “Come hai sicuramente visto ha quattro porte. Ciascuna corrisponde a una ben precisa funzione: la Porta della Giustizia conduce, in ultima istanza, alla Sala delle Udienze che hai già visto”.
“La Porta del Governo conduce, per vie più o meno tortuose, a quest’ufficio dal quale Palla, attraverso me e una schiera di funzionari, governa tutte queste terre”.
“La Porta della Seta è quella da cui sei entrato e conduce alle filande del monastero”.
“La Porta della Sapienza, infine, conduce alla più grande biblioteca che si conosca e, se sei anche lontanamente simile ai tuoi predecessori, è lì che passerai la maggior parte del tuo tempo.”
Jona soppesò le informazioni. “Quindi anche qui avete le funzioni di produzione, insegnamento e servizi.”
“Certo. Questo è vero per tutti i Monasteri. Tutti gli ordini monastici si basano sui tre cardini del servizio alla comunità, dell’istruzione sia dei monaci che dei laici e della produzione di beni, ognuno rispettando le proprie specificità. Qui il servizio reso alla comunità è duplice: Giustizia e Governo, l’istruzione si concentra sulle scienze giuridiche e la filosofia e la produzione riguarda i tessuti in generale e le sete in particolare”.