Fra Johannes

Il Monastero di Festo era enorme, composto da un insieme apparentemente infinito di edifici per lo più rettangolari, ma anche con le forme più bizzarre. Erano tutti uniti fra loro con camminamenti aerei mentre in basso, fra l’uno e l’altro i vetri delle serre mandavano svogliati riflessi nella luce ancora incerta nonostante fosse il primo pomeriggio.

Il vento gelido gli tagliava la faccia aggirando senza sforzo la protezione in vetro sul davanti del carro che stava portando lui e Fra Jaques.
I due imponenti cavalli dal lungo pelo biondo sembravano invece completamente a loro agio e la neve compatta scricchiolava allegramente sotto i loro zoccoli.

Non c’era molta gente in giro, ma anche da quella distanza si vedeva che al monastero l’attività ferveva.
Il borgo, al confronto, sembrava molto più piccolo, un gruppo di casette a due piani addossate l’una all’altra sulla riva del fiume.

Quello che attirò veramente l’attenzione di Jona fu una lunga teoria di smilze girandole allineate sul crinale delle basse colline che nascondevano il mare. Le pale giravano lente e maestose.
“Quegli affari devono essere giganteschi, per vedersi così bene a questa distanza, sai che cosa servono?”
Fra Jaques scrollò le spalle: “L’ultima volta che sono venuto da queste parti, l’anno scorso, non c’erano. Non saprei proprio.”
“Amuleto?”
“Sono generatori eolici.”
“Ossia?”
“Hai presente i generatori di elettricità al monastero?”
“Certo.”
“Questi sono circa la stessa cosa, solo che usano la forza del vento invece di quella dell’acqua”
“Ma sono enormi!”
“Vero. Il palo di sostegno è lungo più di cento metri. Le pale sono lunghe circa 30 metri ciascuna.”

Jona masticò quei numeri e gli venne un leggero capogiro. Quei cosi erano anche più grandi di quanto pensasse. Sembravano girare lenti e maestosi, ma dovevano andare a velocità spaventose.
Dunque, facciamo un conto.
Fanno un giro ogni sei secondi circa.
L’amuleto ha detto che le pale sono circa trenta metri, quindi la circonferenza è di 30×6.28 188.4
Fa dieci giri al minuto, ovvero due chilometri.
Centoventi chilometri all’ora. Un numero da capogiro. Altro che “lenti e maestosi”!
“Devono produrre un sacco di elettricità”, disse all’Amuleto, “Che cosa diavolo pensano d’illuminare?”.
“L’elettricità non serve solo a illuminare, ma anche a riscaldare e per certe lavorazioni. In realtà le applicazioni sono quasi infinite, ma non so cosa abbia insegnato Festo qui e ora. Devo chiedere?”
“No. Siamo quasi arrivati e non mi pare il caso di scomodare Festo per una curiosità del genere.”

I cavalli procedevano spediti su una strada pulita dalla neve e composta da larghi blocchi neri che si incastravano fra loro.
Il complesso principale del Monastero, una struttura massiccia non dissimile da quella degli altri, gli venne rapidamente incontro.

Fra Jaques diresse il carro verso un ingresso laterale e si fece riconoscere da uno stalliere. Staccarono personalmente i cavalli e li strigliarono a dovere, prima di lasciarli in consegna al ragazzo per andare a cercare Fra Johannes.

Lo trovarono nella sua officina, un enorme stanzone pieno di strani macchinari sferraglianti. Tutto era ordinato e pulito in modo maniacale. Un grande tavolo al centro dell’officina era coperto da alcuni grandi disegni.

Fra Johannes aveva in mano un pezzo dall’aspetto complicato e ne stava confrontando le misure con quelle del disegno.
“Perfetto. Ne servono altri undici uguali. Fanne tredici così abbiamo delle parti di ricambio”, disse al frate che stava assistendo all’operazione con aria preoccupata. Il sorriso di sollievo che gli si dipinse in viso mentre si allontanava raccontarono volumi circa la pignoleria di Fra Johannes.

Si dimostrò molto stupito nel vedere Jona invece di Sorella Mirelle e non nascose la sua delusione. Stasera ci sarebbe stata una grande festa al Borgo: l’inaugurazione dell’illuminazione stradale.
“Stanno preparando tutto. La festa inizia al tramonto e si ballerà in strada per tutta la notte. Pensa che arriva anche una compagnia di danzatori dal Monastero di Dionne”
“Leppe?” chiese Jona sperando di rivedere qualcuna delle persone che aveva conosciuto.
“No, Rott. Sono famosi per la danza.” Poi proseguì: “Sarei andato a dare una mano anch’io, ma sapevo che dovevate arrivare e vi ho aspettati. Andate a rinfrescarvi che io approfitto per mettere ordine, poi vi vengo a prendere in foresteria.”

La parola “rinfrescarsi” fece rabbrividire Jona che stava appena cominciando a disgelare: “Ma non farà freddo in strada?” si azzardò a chiedere.
Un sorriso enigmatico si allargò sul viso di Fra Johannes: “Non questa notte, non in quella strada. Fidatevi.”