Una notte Jona fu svegliato dal suono di una campana.
“Che succede?”, chiese al pilota.
Altro rintocco.
“Nebbia”, fu la laconica risposta, ma la voce preoccupata e tesa non lasciava dubbi.
Ding!
“Occhio dal Cielo”, ordinò Jona all’amuleto.
L’Occhio apparve mostrandogli la posizione nella notte, ma era in versione ridotta, disegnato sulla superficie dell’Amuleto stesso, quasi non volesse farlo vedere ai Vinuit.
Ding!
“Perché non vuoi farlo vedere?”
“Hanno i loro metodi. Meglio lasciarli fare, almeno per ora.”
Dalla nave ammiraglia, della quale si vedeva solo il puntino luminoso della lanterna sfuocato dalla nebbia si sentì levare una cantilena.
Ding!
Ding!
Jona continuò a seguire la loro rotta nel silenzio teso che regnava a bordo.
Molti “Ding” più tardi, quando il sole era oramai sorto e la nebbia avvolgeva completamente la nave, il canto, che non era mai cessato, cambiò.
Di-Ding!
Un sospiro di sollievo pervase tutto l’equipaggio mentre il canto sfumava.
“Posse ha risposto. Le orche ci guideranno”, disse il timoniere, più per sé stesso che in risposta all’occhiata interrogativa di Jona, mentre il sorriso ritornava sul suo viso.
Di-Ding!
La nebbia non era molto fitta, ma più che sufficiente a nascondere le navi l’una dall’altra e a rendere pericolosa la navigazione.
Una volta il timoniere fu un po’ lento a rispondere ad un cambio di rotta della campana e loro videro apparire, come per magia, un’alta parete di ghiaccio alla loro destra. Tutti la guardarono sfilare lentamente fino a quando non fu inghiottita di nuovo dalla nebbia.
Un dolore al petto lo informò che stava trattenendo il fiato e Jona si costrinse a riprendere il respiro.
Continuarono a procedere lentamente nella nebbia per tutto il giorno e la notte successiva, poi, quando il sole era già alto sentirono il vento che riprendeva vigore. In pochi minuti la nebbia era scomparsa e il sole splendeva nel cielo terso.
Jona vide le orche.
Erano dei pesci enormi, no non erano dei pesci, avevano la coda orizzontale. Dei delfini. Bianchi e neri. Lunghi fino a una decina di metri. Si comportavano più come una famiglia che come un branco, con i più giovani in posizione protetta.