“Allora Sindehajad, sei disposto a giurare di fronte a Thano che farai di tutto per far sì che torniamo tutti, sani e salvi da questa missione?”
“No”, rispose lui senza scomporsi.
Serna lanciò un’occhiata interrogativa sia a lui che al Visir, che gli aveva appena detto di aderire senza riserve alle richieste della Maga.
“Spiega”, disse semplicemente il Visir.
“Non mi è possibile”, replicò quello con un guizzo divertito nello sguardo, “giurare nei termini proposti dalla Maga. Dovrei immediatamente adoperarmi per far cancellare la missione. Solo in questo modo potrei dire di “aver fatto di tutto per far tornare tutti sani e salvi”.”
“Sono disposto a giurare di fare del mio meglio perché la missione vada a buon fine.”
“Hai ragione”, rispose Serna, “con i giuramenti bisogna stare attenti. Se aggiungi “aiutare e proteggere lealmente i miei compagni” e “riconoscere Serna come comandante della missione” possiamo essere d’accordo.”
La figura ammantata di rosso di Thano apparve alle invocazioni di Serna.
“Gran Dio della Morte, ti chiedo di essere testimone per le mie azioni future”, cominciò Sindehajad, “di qui a poco partirà una missione comandata da Serna: io mi impegno a riconoscerne l’autorità di comandante e di agire lealmente per proteggere il buon esito della missione e le vite dei miei compagni, fino al termine della missione stessa.”
“Ti sei preso un bell’impegno, giovane guerriero”, sogghignò Thano girando lo sguardo attorno e appuntandolo prima sul Visir, poi su Fermo e quindi su Serna,
Quindi si drizzò e sembrò divenire ancora più alto e minaccioso mentre intonava la formula rituale: “Accetto di fare da Testimone Imparziale per questo impegno. Quale deve essere la pena per il fallimento?”
Fu Serna a rispondere: “Morte, rapida e indolore, per chi fallisce e per il mandante.”
“Accetti questa pena, giovane guerriero?”
“Sì.”
“E così sia!” Ruggì Thano mentre svaniva.
Il Visir era un po’ più pallido, ma non fece commenti di sorta.