La mano del Geco la scosse.
Serna si alzò ancora frastornata.
“Arrivo. Vieni anche tu, dobbiamo parlare.”
“Chiamo Mirko e Fermo?”
“No. Non ancora. Sbrighiamoci.”
In poche parole spiegò ad Agio e al Giannizzero quello che le aveva detto Zeo.
Il timoniere era preoccupato, ma disse con una certa confidenza: “Questa nave è piccola, ma su acqua calma, e il fiume lo è, può sopportare venti di cento chilometri all’ora. Dobbiamo prepararci, ma penso che ce la faremo.”
Il Geco, invece, scosse la testa: “Zeo ti ha detto solo la metà della storia.”
Quattro occhi preoccupati e interrogativi si fissarono su di lui: “I venti del deserto, quando cominciano a soffiare, sollevano la sabbia. Perché credi che noi, gente del deserto, ci vestiamo a questo modo?” Svolse due giri della sciarpa nera che gli faceva da cappello e se la avvolse attorno al viso; ora non si vedevano più neppure gli occhi:
Serna e Agio si guardarono sgomenti, poi si riscossero.
“Vai a chiamare Mirko e cerchiamo di sbrigarci”, disse la Maga.
“Non c’è molto da poter fare”, ribatté Agio, “dati vento, barca e corrente questo è il meglio che possiamo fare, purtroppo.”
Il vecchio marinaio, come al solito, aveva perfettamente ragione e né insulti né blandizie riuscirono a far correre la piccola nave più di quanto già non stesse facendo.
Due giorni dopo arrivarono alla gola che Serna aveva visto.
Era proprio come la ricordava: una sottile striscia di verdi piante acquatiche lungo la riva, poi sassi e roccia calcinata dal sole.
Era anche molto corta, forse meno di un chilometro, poi si apriva in una valle paludosa nella quale crescevano alberi imponenti.
Agio cominciò a far bordeggiare la nave cercando di mantenerla ferma, mentre Serna usava l’Amuleto per cercare il Principe che, a quanto aveva detto Zeo, non doveva essere lontano.
La valle era ampia e la palude non si estendeva, il resto era una foresta intricata pullulante di vita. Trovare il Principe non sarebbe stato facile.
“Più facile che sia lui a trovare noi”, disse a un certo punto il Geco,
Serna non lo lasciò finire: “Tappatevi tutti le orecchie!” Gridò con un sorriso.