Jona non seppe mai quanto era rimasto svenuto sul duro pavimento.
La prima cosa che sentì fu la vibrante protesta delle sue ossa, irrigidite dal freddo e dalla scomoda posizione.
Aprì gli occhi sforzandosi di ricordare dov’era.
Cercò di alzarsi, ma riuscì solamente a girarsi sulla schiena; aveva tutta la parte destra paralizzata.
Dopo qualche secondo un doloroso formicolio lo informò che il braccio e la gamba erano addormentati, probabilmente perché compressi nel sonno.
Mentre cercava di riprendere fiato e di accettare il dolore della riattivata circolazione gli tornò in mente dov’era e che cosa stava facendo lì.
Thano c’era andato pesante con la sua punizione, anzi, no, in realtà era stato fortunato: aveva pensato di non risvegliarsi mai più.
Evidentemente non era qui che doveva morire.
Fece un altro tentativo e riuscì a mettersi seduto.
Doveva aver pazienza. Tutta la parte destra era in fiamme e non riusciva assolutamente a muoverla.
Stava tremando per il freddo.
Se non fosse riuscito a tornare nella sua stanza sarebbe morto di freddo e di sete. Aveva la bocca riarsa.

Riuscì a biascicare qualche parola e l’Amuleto lo inondò di una calda luce gialla. A poco a poco il tremore scomparve, ma la debolezza rimase.
Cercò anche di usare l’Amuleto per calmare il dolore, ma quello stupido oggetto non sapeva come fare.

Si trascinò verso il muro, facendo ben attenzione a restar lontano dalla barriera rossa di Thano, e riuscì a tirarsi in piedi.
La gamba destra era ancora inusabile, ma il braccio cominciava a reagire, debolmente, ai suoi stimoli.

Rimase lì a lungo, ansante e incapace di muoversi, ma la sua mente correva veloce.

Adesso sapeva che cosa era quel posto.
Non era così strano che Isto lo avesse attirato lì, dopotutto.
Era così diverso che lui, fino a che Thano non aveva espresso con veemente fermezza il Suo disappunto per la risposta errata, non aveva collegato, ma questo posto assomigliava alle sale del Tempio di Isto dove aveva trascorso tante delle sue giornate, una vita fa.
Qui c’erano tante sale, la maggior parte delle quali enormi mentre al Tempio c’erano solo tre stanzette, ma ogni volta che si entrava erano diverse e rivelavano nuove meraviglie.
Era in un posto costruito per insegnare.
Doveva imparare tutto quello che questo posto poteva insegnare, poi avrebbe potuto ritornare da Thano.

Ebbe un brivido: se sbagliava un’altra volta non ci sarebbe stata una terza possibilità. Di questo era certo.

La gamba stava lentamente reagendo agli stimoli.

Poco dopo, appoggiandosi pesantemente al suo bastone, cominciò ad arrancare verso la sua stanza.

Cadde diverse volte e le membra gli dolevano, anche se aveva riacquistato, almeno parzialmente, l’uso della sua parte destra.