La sciamana lo trattenne a lungo nella sua tenda, chiedendogli del suo viaggio e dei posti da cui proveniva.
Ad un certo punto entrarono due guerrieri che portavano i suoi zaini.
Jona vide subito che non erano stati aperti.
“Come mai un uomo solo ha due zaini, Jona di Tigu?”
“Vado lontano e la canoa può portare due zaini senza sforzo, Airone Infelice.”
“Hai detto più volte che vai lontano, ma non hai mai detto dove.”
“Perché, di preciso, non lo so neppure io. Devo raggiungere le Grandi Montagne, poi gli Dei mi guideranno, spero.”
“Le Grandi Montagne sono lontane. Molte lune di cammino.”
“Lo so. Speravo di trovare aiuto presso il Popolo Navajo.”
“Di questo parleremo domani. Stasera devi essere presentato alla tribù. Sei pronto?”
“Pronto per che cosa, di preciso?”, chiese Jona per nulla allarmato.
“Oh, nulla di particolare”, rispose Airone, “ma tutti vorranno guardarti bene e farti delle domande. Fai bene attenzione a rispondere sinceramente. Sempre.”
Fuori, in sordina, cominciarono i suoni dei tamburi, che eseguivano ritmi complicati.
“Il Popolo Navajo ci chiama. Andiamo”, disse Airone Infelice alzandosi con sorprendente agilità nonostante l’età.