Agguato

Era pomeriggio inoltrato quando i due mercanti lasciarono la pista principale per imboccare lo stretto sentiero che piegava verso nord-est.
Chiunque li aspettasse a Masq avrebbe atteso a lungo.
I dromedari avrebbero sofferto un po’ la strada, preferivano di gran lunga le sabbie del deserto, ma il sentiero era addirittura più breve.
Più breve ma poco battuto. Uno dei due scese dalla sua cavalcatura e percorse un lungo tratto a piedi, poi risalì soddisfatto.
“Da qui non è passato nessuno da giorni”, disse, mentre riprendevano la corsa nella stretta valle.

A sera si fermarono al “solito posto”, una piccola radura riparata da uno sperone roccioso vicino ad un rivolo di acqua fresca, dove accesero il fuoco in un cerchio di pietre già annerite dall’uso.

La notte era scura. La falce di luna sarebbe sorta solo molto più tardi, dopo la mezzanotte.
La notte era scura, nera come l’ala di Ipno che si abbatté improvvisa su di loro facendoli crollare, senza nemmeno accorgersene, in un sonno profondo e innaturale.

Quattro figure ammantate di nero scesero rapidamente il pendio a fianco della roccia e, dopo averli spogliati completamente, legarono solidamente i due mercanti con lunghe fasce di tela nera.

La scena era illuminata da una spettrale luce gialla.
Quando una delle figure si avvicinò alle ceste per esaminarne il contenuto una voce acuta gridò: “No, aspetta! C’è qualcosa che non va!”

Serna si avvicinò di corsa indicando il dito che, fuoriuscito da un buco nella cesta, si agitava convulsamente.
Esaminò la cesta con l’aiuto dell’Amuleto e staccò, con un sospiro di soddisfazione, l’anello di ottone fissato al coperchio della cesta.
La aprì delicatamente cercando di non disturbare il filo si seta nera che correva attorno al collo del Geco, avvolto come una mummia in fasce che gli impedivano sia di muoversi che di parlare; solo le mani erano visibili e lui le aveva usate per strappare pezzi di benda nera e farli uscire dalla cesta.

Ci misero diversi minuti per liberare Sindehajad dalle fasce, ma ne occorsero molti di più per riattivare la circolazione e consentirgli di muoversi dopo due giorni di immobilità forzata.