Draghi

La valle si era allargata e, a quanto diceva la mappa, erano vicini al lago da cui nasceva il fiume che avevano così faticosamente risalito.

“Attenzione, arrivano”, disse Mentore con lo sguardo puntato verso l’alto.
Jona, che non sapeva bene che cosa aspettarsi, vide diversi puntini roteare alti nel cielo, poi si accorse che tre di quei puntini si erano staccati dagli altri e stavano venendo rapidamente verso di loro.
Che i “figli di Zeo” potessero volare sembrava assolutamente consono.

Non fece a tempo a chiedere l’Occhio di Falco che i puntini erano su di loro, rivelandosi per quel che erano: draghi.

Passarono a pochi centimetri sulle loro teste in formazione serrata mentre i due lama, terrorizzati, cercavano di scappare e Jona aveva il suo daffare per calmarli.

Erano delle splendide bestie, due verde smeraldo ed una di un azzurro profondo. Sembravano uno strano incrocio fra un serpente e una lucertola con due grandi ali piumate da falcone.

Si posarono davanti a loro e Mentore si portò in avanti a proteggere Jona e i due animali da soma.

Il drago azzurro allungò il collo verso di loro e sibilò, con una voce gutturale, ma riconoscibilissima: “Che venite a fare nelle nostre terre? Non vogliamo seccatori, da queste parti!”
Il punto esclamativo finale venne reso ancora più evidente da un breve sbuffo di fiamma che uscì dalle fauci del mostro e venne a lambire Mentore, che non parve notare minimamente la cosa.

Inarcò il collo all’indietro e aprì le fauci per scagliare una fiamma che aveva l’aria di essere ben più potente di quella precedente, ma Mentore alzò un braccio e scagliò qualcosa esattamente nella gola cosicché da quella uscì solo un breve lampo seguito da un accesso di tosse del povero drago costretto ad ingoiare la sua saliva incendiaria.
Mentore emanava un’aura rossa, pulsante e si stava muovendo con una velocità incredibile ed era saltato sulla groppa dell’altro drago verde che stava spiegando le ali impastoiandole con una rete nera.
Una attimo dopo era di nuovo, fermo come una statua, davanti al drago azzurro: “Forse è meglio calmarsi, prima che qualcuno si faccia male.”

I tre draghi lo guardarono con occhi malevoli, ma poi l’azzurro si fece di nuovo portavoce degli altri: “Prendete le vostre bestie e andatevene.”

“Va bene”, rispose Mentore. Con lentezza deliberata, andò a liberare le ali che aveva impastoiato e si girò verso Jona dicendo con un tono che non ammetteva repliche: “Andiamo!”

Tornarono lentamente sui loro passi, senza girarsi indietro, anche se, senza dubbio, Mentore stava controllando ciò che avveniva alle loro spalle.

Quando furono fuori portata delle pur fini orecchie dei tre draghi Mentore disse sottovoce: “Hai fatto bene a non cercare di discutere.”
“Ho visto anch’io che gli altri si erano avvicinati; ne ho contati almeno una trentina.”
“Trentasette, per la precisione; con questi tre facevano una bella cifra tonda di quaranta. Decisamente troppi.”

“Non mi pare il caso di insistere ora. Cerchiamoci un posto per la notte.”
“Fammi vedere la mappa di questa zona e cerca di segnare anche dove si trovano i draghi.”
Davanti a Jona apparve una piccola mappa che includeva parecchi puntini colorati ed anche tre piccoli draghi in miniatura che erano ancora sul terreno alle loro spalle. Uno stava sputando fiamme, un altro stava usando il lungo collo per lisciare le penne delle grandi ali ed il terzo guardava con un’espressione vagamente disgustata gli altri due. Poco dopo si levarono in volo e ripresero a librarsi con gli altri. Probabilmente li tenevano d’occhio.

Percorsero quasi dieci chilometri verso sud-ovest prima che i draghi si decidessero a ritornare verso le loro montagne.
Quando furono certi di non essere più osservati si infilarono in una stretta valle boscosa che andava quasi esattamente ad ovest mettendo così un’alta catena di montagne fra loro e la valle dei draghi.

Si accamparono in una valletta verde alla confluenza di due torrentelli.
All’inizio Jona era dubbioso, ma Dana confermò che i draghi erano creature diurne e che odiavano volare di notte. Accendere un fuoco non sarebbe stato un problema. Meglio. La temperatura, fra quei monti, era decisamente fresca.

Jona si addormentò profondamente insoddisfatto: l’approccio con i Figli di Zeo era stato deludente così come inconcludenti erano anche le risposte che avevano trovato per domanda di Dana.