Spiegazioni

Il Sacerdote riprese a muoversi, e così tutti gli altri assistenti.
Jona, ancora molto scosso e notò appena che anche Mentore si stava allontanando con gli altri assistenti. Restò solo con il Sacerdote-assistente che gli fece cenno di venire a sedersi accanto a lui su un rigido divanetto che si trovava di lato all’ara centrale.
“Zeo mi dice che posso rispondere a tutte le vostre domande e che devo aiutarvi a ripartire verso sud.”

Jona guardò l’Amuleto stupito del fatto che Mentore non fosse tornato nel suo corpo di assistente. Chi l’aveva preso? Tutto quel saltare delle anime da un corpo all’altro cominciava ad infastidirlo.

“Non c’è fretta”, lo interruppe il Sacerdote con un sorriso incredibilmente caldo, nonostante le limitate capacità mimiche di quel viso d’acciaio, “possiamo parlarne dopo colazione. Credo che tu preferisca cose dolci, la mattina, vero?”
Non ci fu alcun segnale visibile, ma arrivarono due assistenti con un ampio vassoio circolare ed un treppiede che sistemarono davanti a lui.
Il vassoio si trasformò in un comodo tavolinetto dal quale saliva una splendida fragranza di dolci appena sfornati e l’aroma di un forte caffè nero. Dopo un anno di “succedanei” quel tocco di gentilezza e attenzione da parte del Sacerdote lo commosse.

Quando Jona si riappoggiò allo schienale del divano era decisamente più rilassato ed aveva anche avuto il tempo di metabolizzare, almeno parzialmente, le novità.
“Bene”, disse finalmente al Sacerdote, “Mi pare di capire che i Cavalieri non siano stati un successo. Potranno sopravvivere?”
Il vecchio assistente — vecchio? Perché? Certamente non aveva rughe, sulla sua pelle lucida, eppure la sensazione persisteva prepotente — scosse il capo:
“Ma, i Draghi sono in grado di sopravvivere anche senza i loro simbionti elfici?”
Il Sacerdote lo guardò inclinando la testa di lato: “Veramente non lo sai?”
Jona sentì di aver fatto una domanda stupida: “Ho incontrato una coppia di Draghi che credo fossero selvatici e non mi pareva avessero il minimo problema, ma non sono certo un esperto in materia.”
“La tua impressione è giusta. Se la caverebbero molto meglio senza i loro Cavalieri. Cosa che avverrà fra non molti anni. Zeo ha già interrotto da qualche tempo le nascite degli elfi tramite le piante-utero. Credo proprio che quelli che vedi siano gli ultimi della loro stirpe. Una stirpe che non lascerà tracce: non uno di loro ha ottenuto l’immortalità dell’anima, almeno finora.”

Una profonda tristezza aleggiava nel Tempio, tanto che Jona si affrettò a cambiare argomento: “Mi dite che devo riprendere il viaggio. Da che parte devo andare? Come posso raggiungere la Torre? L’estate sta volgendo al termine e non vorrei rimanere intrappolato in queste montagne.”

Mentore rimase in silenzio ed il Sacerdote proseguì: “Normalmente avresti potuto partire direttamente dal laghetto dove ti sei accampato, ma, in questa stagione, c’è poca acqua. Dovremo accompagnarti più lontano, quando sarai pronto a partire. Per ora ti consiglio di riposarti. Parleremo ancora più tardi.”

Due assistenti si materializzarono al suo fianco per accompagnarlo in una piccola cella che ricordava quelle dei Monasteri.
Il Mago si accorse allora di essere molto, molto, stanco.