Ipno

Una luce improvvisa li svegliò poco prima dell’alba, mentre le stelle cominciavano appena ad impallidire.
Il Geco balzò in piedi come una molla con la sua corta scimitarra in mano, mentre Serna afferrava l’Amuleto alzandosi a sua volta. Erano entrambi nudi sotto la pesante coperta da campo, ma i loro abiti apparvero dal nulla attorno a loro.
Tsk, tsk, è così che si accoglie un vecchio amico?

Si rilassarono visibilmente riconoscendo la figura di Ipno che veniva verso di loro.
Sindehajad abbassò la scimitarra e la ripose nel fodero mentre Serna teneva l’Amuleto stretto sotto il seno invece di brandirlo come un’arma.

Sono contento che abbiate deciso di convolare a nozze, mi stavo giusto chiedendo quanto ci avreste messo ancora. Siete dei bei testoni, a volte, sapete?

“Non è vero”, la interruppe Sindehajad, “è colpa mia che ho rovinato tutto con quella richiesta prematura ed offensiva.”
Ipno si schiarì la voce interrompendoli: “Tsk, tsk, ma che carini”, disse congiungendo le mani in un gesto lezioso, “il loro primo litigio!
Poi cambiò completamente voce e atteggiamento chiedendo seriamente: “Sono venuto troppo presto? Avete veramente intenzione di rovinare tutto?
I due si guardarono scoppiarono in una breve risata, poi fu Serna che parlò per entrambi: “No. Credo che quest’unione durerà a lungo. Siamo d’accordo che questo è un punto di inizio di qualcosa che vogliamo costruire assieme giorno per giorno, anche e forse proprio perché siamo così diversi.”

Tsk, tsk, cara ragazza non ti hanno mai detto di stare attenta a quel che desideri? Potrebbe avverarsi!
“Ma noi vogliamo che si avveri!” dissero quasi all’unisono, “Ne abbiamo parlato a lungo, stanotte.”

Sì, immagino. Anch’io ho parlato a lungo stanotte con una vecchia amica. Vi stavamo tenendo d’occhio, come forse avrete capito. Siamo qui per farvi una proposta che vi sarà difficile rifiutare, ma che cambierà la vostra vita al di là di ogni più sfrenata fantasia. Siete disposti ad ascoltarci?

I due giovani erano stupiti, ma, in quel momento, si sentivano abbastanza forti da sollevare le montagne. Oltretutto ricevere una “proposta” da un Dio e da “una sua vecchia amica” non è certo cosa da tutti i giorni. Si guardarono un attimo in tralice, poi Sindehajad, chinando il capo, rispose per entrambi: “Siamo onorati.”

Tsk, tsk, bene. Come vi dicevo, questa mia vecchia amica sta osservando il nostro Geco da molti anni, così come diversi di noi stanno tenendo d’occhio te, Serna. Penso che te ne sia accorta.
Il fatto che abbiate deciso di metter su famiglia ha aperto alcune possibilità interessanti, ma forse è meglio che ve ne parli lei.
Ipno fece un passo di lato e al suo fianco apparve Dana, con il suo lungo arco armato a tracolla. Indossava il suo solito abito formato da un paio di pantaloni marroni aderenti infilati in un paio di morbidi stivali e una casacca verde scuro con un ampio cappuccio che ora pendeva sulle sue spalle.

Allo stupore dei due la Dea fece un breve sorriso che, per un istante, addolcì i suoi lineamenti severi:

Siete due persone particolari e, date le vostre caratteristiche, c’erano buone possibilità che vi respingeste al primo incontro. Questo non è avvenuto e avete imparato ad apprezzarvi vicendevolmente.
Questo non è strano, sapete?” Disse Ipno approfittando di una breve pausa,
Lo sanno”, ribatte Dana, “o noi non saremmo qui a parlare con loro.
Siete entrambi il risultato di incontri particolarmente fortunati, dal punto di vista genetico, tanto che il vostro incontro è un evento molto raro e potrebbe, sottolineo potrebbe, avvicinare l’umanità al cielo.

La caratteristica principale di entrambi”, proseguì la Dea ignorandolo completamente, “è la capacità di interessarsi al futuro e di prendere a cuore le sorti di persone che non conoscono e che, probabilmente, non conosceranno mai.
Serna ha dato prova di questo nei mesi appena trascorsi, ma anche Sindehajad non è da meno, e noi lo sappiamo, vero?
Il Geco si limitò ad abbassare il capo e Serna gli lanciò un’occhiata che diceva: “Sembra interessante, me la dovrai raccontare, quella storia.”

Vi piacerebbe”, scandì lentamente Dana, “essere i capostipiti di un intero popolo? Decidere quali saranno le loro condizioni di vita e la loro cultura?

“Come ha detto Ipno: questa è un’offerta difficile da rifiutare”, cominciò Serna.
“Ma non possiamo accettare finché non sapremo che cosa volete esattamente da noi”, concluse per lei Sindehajad.

Tsk, tsk, sempre sospettosi. I giovani d’oggi non si fidano più di nessuno, nemmeno degli Dei.
Si tratta di un gioco: il gioco della vita”, spiegò Ipno gesticolando garbatamente,

Fondamentalmente corretto, ma mancano alcuni particolari: Il vostro popolo dovrà vivere, almeno per un certo numero di generazioni separato da tutti gli altri. Voi sceglierete il posto, nel Continente Proibito, in cui vi volete stanziare con i vostri figli. Avrete aiuto dagli Dei e, per un certo tempo, anche dagli assistenti. La prima generazione sarà composta interamente da figli vostri.

“Ma è troppo poco per avere una comunità stabile”, obiettò Serna.
La Dea la guardò con un sorriso indefinibile: “Già cominciamo a tirarci indietro, signorina? Avrai il tuo daffare, non temere.
Tsk, tsk, non la spaventare, Dana. Starà a voi decidere quanti figli vorrete avere”, sorrise bonario verso la Maga,

Serna era impallidita: dieci figli? Non conosceva nessuna che ne avesse avuti così tanti. Sapeva che già quello era un grande onore, data la strettezza di maniche di Opia che concedeva le nascite con il contagocce. Sua madre, con i suoi sei figli era già un’eccezione molto rara.

Dana aveva ricominciato a parlare: “Dovrete anche decidere cosa insegnare ai vostri figli e quali sono le cose che avranno a disposizione: volete avere dei sacerdoti? Amuleti? Djinn? Animali dotati di linguaggio? Qualcosa di ancora diverso? Dove? Come? Ne discuterete con tutti gli Dei e, se possibile, cercheremo di aiutarvi a realizzare quello che avete in mente.

Il Geco inghiottì a fatica mentre cercava di immaginarsi l’enormità del compito e la responsabilità. “Quanto tempo abbiamo?” Chiese.
Fino a che la vostra prima figlia non arriverà al menarca. Da quel giorno non potrete più cambiare idee, anche se potrete modificare il vostro comportamento, naturalmente.

Serna era concentratissima:
Ipno rispose gentilmente: “Sì, ma solo dopo aver accettato la proposta.
“Capisco.”
Un’ombra fugace passò sugli occhi di Sindehajad e lei si sentì in dovere di spiegare: “Se non accetteremo Ipno cancellerà il ricordo di tutta questa conversazione dalla nostre menti.”
Lui annuì:
Poi si rivolse verso Ipno: “Questo, però, è un problema. Noi abbiamo una missione da terminare.”
Certamente. Non mi aspettavo che lasciaste tutto e correste via verso il Continente Proibito. Termineremo noi la missione. Penso che non avremo difficoltà a convincere il Visir dell’autenticità di quella missiva, anche in vostra assenza. Voi potrete comunque sempre vedere quello che faremo e darci dei consigli, se lo riterrete opportuno. Non state mancando al vostro dovere”, rispose per lui Dana.
Allora, cosa decidete?

Il sole ancora non si vedeva, ma la luce stava correndo veloce giù dalla montagna verso di loro. Serna e Sindehajad si presero per le mani e si guardarono negli occhi senza parlare. Non ce n’era alcun bisogno.
Dopo un lungo istante si voltarono verso gli Dei in attesa e dissero insieme: “Sì, accettiamo la Vostra offerta.”

Bene. Il tuo Amuleto vi indicherà la via da percorrere”, disse Dana mentre si voltava, quindi sparì.
Anche Ipno cominciò a girarsi verso la valle alle loro spalle, ma a metà del gesto si fermò: “Tsk, tsk, io starei attenta ad andare troppo a cavallo, nelle tue condizioni.