Il giorno dopo fu più tranquillo.
Il fiumicello che usciva dal lago era ben più ampio del torrentello che avevano percorso, anche lui aveva rapide e acque bianche, ma meno strette ed eccitanti del precedente. La corrente era vigorosa e li trascinò verso nord tra valli che si andavano sempre più allargando.
Jona colse un cambiamento nell’atteggiamento degli elfi: erano tutti più rilassati e il capo si permise perfino di parlare un po’ con lui.
“Stasera saremo alla confluenza con il Rin. Lì ti lasceremo. Devi proseguire con la zattera. Sarai in territorio elfico fino a Baal. Potrai fermarti negli alberi casa presso il fiume, forse ci saranno altri elfi, non avrai problemi, se tieni quello bene in vista”, con il pollice accennò al drappo rosso che ornava il bastone di Jona, subito sotto l’Amuleto.
“Come trovo gli alberi casa?”
“Non c’è problema, ti farò vedere. Lungo il Rin ci sono molti alberi lungo la riva, sorgono isolati e sono ben visibili dal fiume. Fai attenzione a rimanere lungo la sponda quando ti vuoi fermare, altrimenti rischi di non riuscire ad arrivare a riva per tempo e la corrente ti trascinerà via.”
“A proposito: come faccio a manovrare questa zattera da solo? Voi state due a destra e due a sinistra e ho visto che pagaiate sempre insieme, ma io come faccio?”
L’elfo rise: “Hai buoni occhi, umano. Non si possono usare le pagaie. Ora ti faccio vedere.” Tirò fuori dal fondo della zattera un lungo remo piatto e flessibile e una canna anche più lunga che incastrò sul remo ottenendo un palo flessibile con una lunga pala ad un estremo. Gli altri avevano smesso di remare e stavano a guardare.
“Tieni, usa questo.”
Jona prese in mano lo strano remo. Era abbastanza pesante e, lungo com’era, circa sette/otto metri, non si poteva maneggiare bene. Provò ad appoggiarlo su un bordo della zattera e a muoverlo; la zattera ruotò ondeggiando pericolosamente mentre il remo si fletteva.
Lanciò un’occhiata interrogativa all’elfo che indicò, con il solito gesto del pollice, verso poppa, dove c’era una profonda scanalatura legnosa, proprio lì dove avevano staccato il picciolo.
Usarlo come scalmo?
Jona appoggiò il lungo remo, incastrandolo in quella fessura e provò a vogare. La zattera ruotò di nuovo su sé stessa, ma con meno ondeggiamenti Lo riportò indietro, notando che si fletteva come la coda di un pesce. Cominciò a portarlo avanti e indietro e la zattera prese ad avanzare a scatti nella direzione voluta
“Bravo. Hai quasi capito come si fa. Adesso ti faccio vedere i dettagli prima che ti stiri qualche muscolo. Così fai troppo sforzo. Guarda.” Jona gli cedette il remo molto volentieri, l’elfo lo prese e lo tirò per circa la metà a bordo, poi si mise al centro alla zattera e cominciò ad ondeggiarlo lentamente. Il remo si fletteva molto di più e imprimeva una spinta maggiore.
Jona si avvicinò all’elfo e gli tolse il remo dalle mani. Quello lo lasciò fare e andò a sedersi in modo da bilanciare la zattera. In quel modo il remo era molto più leggero, imperniato com’era nel suo punto centrale. Anche il movimento lento aiutava a far meno fatica, ma era ugualmente efficace. La zattera proseguiva su una linea serpeggiante.
Jona continuò a vogare ancora per parecchio tempo, facendo esperimenti per avvicinarsi alla sponda o allontanarsi, poi si avvicinarono ad una piccola rapida e gli elfi afferrarono le pagaie, ma non le misero in acqua. Jona capì di essere stato ammesso a sostenere la prova d’esame.
Era in piedi quasi al centro della zattera e poteva valutare benissimo le condizioni dell’acqua.
Manovrò per trovarsi proprio al centro, dove la corrente è più veloce, ma anche meno turbolenta.
La zattera rispondeva prontamente alle rotazioni e Jona capì subito che doveva cercare di andare più veloce della corrente, non lasciarsi solo trasportare da lei. Gli elfi rimasero immobili per tutto il tempo, con le pagaie in mano puntate verso il cielo. Solo quando furono di nuovo in acque più calme il capo pattuglia ruppe il silenzio:
A metà pomeriggio arrivarono al Rin un largo fiume dalla corrente veloce. Si fermarono in un albero casa proprio alla confluenza.
Jona era stanco, ma sapeva di essere in grado di manovrare la zattera da solo.
Gli elfi erano d’accordo con lui.