Al villaggio

Le poche barche del villaggio stavano prendendo il largo per un’altra giornata di pesca.

Jona rimase a guardarli pensoso. I conti non tornavano.
Le case erano ampie e ben tenute, le barche poche e a portarle erano ragazzi e vecchi.
A terra si vedevano solo bambini e donne.
Dov’erano gli uomini?
Di certo non troppo lontani, dato che aveva intravisto lavarsi alla fonte una ragazza che doveva essere ai primi mesi di gravidanza.

Scese lentamente dal crinale per dar modo ai pescatori di avvistarlo e, sperava, decidere che non era pericoloso.
La sua apparizione generò scompiglio.
I bambini scomparvero e così anche le ragazze più giovani.
Le donne mature e i vecchi presenti si riunirono in un capannello, evidentemente per decidere sul da farsi, poi si schierarono presso le prime case del villaggio. Avevano in mano quanto poteva servire da arma, inclusi parecchi arpioni di rispettabili dimensioni.

“Probabilmente non hanno mai visto un cavallo”, lo informò l’Amuleto.
Jona valutò la distanza, poi, ben prima di arrivare alla portata delle armi da lancio, si fermò e scese da cavallo.
La cosa provocò un visibile ondeggiamento nelle fila di quelli che si stavano preparando a difendere il villaggio da un mostro.

Jona avanzò ancora qualche passo tenendo il cavallo per le briglie, arrivato ad un piccolo pruno selvatico vi legò la bestia e procedette appoggiandosi pesantemente al suo bastone.
L’Amuleto scelse di mantenere un basso profilo ed evitò di mandare lampi o bagliori che potessero essere interpretati come una minaccia.

L’Occhio di Lince gli mostrava volti preoccupati e tesi, sempre più tesi mano a mano che lui si avvicinava.
Prima che la tensione finisse per andare fuori controllo Jona si fermò e attese. Immobile.

Per qualche minuto non successe nulla, poi il muro compatto si aprì per lasciar passare una vecchia incartapecorita che venne verso di lui appoggiandosi a un corto bastone.

“Chi sei, straniero?” Chiese quando fu a pochi passi.
“Sono un pellegrino che segue il volere degli Dei.”
“Da dove vieni? Non abbiamo mai visto stranieri in questa terra”, poi indicò con il bastone il cavallo “e nemmeno mostri come quello!”
“Io vengo da un mare molto lontano. Ci sono altri uomini su questa terra, ma a molti giorni di cammino e non credo siano interessati a venire da queste parti. Per quanto riguarda il “mostro”, è un cavallo; è un animale docile e, in cambio di un po’ di foraggio fresco, è disposto a trasportare me e la mia poca roba.”
“E dove devi andare adesso?”

“Attento”, sibilò l’Amuleto.
La vecchia aveva ancora il bastone alzato e, al nome di Thano, tentò di calare la punta acuminata sulla testa del Mago che si limitò a passare il suo lungo bastone dalla mano destra alla sinistra, intercettando il pericoloso fendente,

“Non credevo di meritare tanta attenzione dalla Morte”, disse la vecchia riguadagnando l’equilibrio perduto nell’attacco.
“Tutti avremo la nostra parte di attenzione da parte di Thano”, le rispose sorridendo Jona, “ma io non credo di aver niente a che fare con questo. A quanto pare è a me che Thano si interessa in questo momento e ha deciso che devo andarlo a incontrare lontano da casa.”
“Scusa”, gli mormorò l’Amuleto all’orecchio, “temo di aver tradotto qualcosa del tipo “mi manda Thano” che suona abbastanza minaccioso.”

Jona le mostrò la Bussola che puntava dritta verso il villaggio.
“Vi chiedo ospitalità in nome degli Dei fino a quando non mi indicheranno di ripartire.”

Jona la interruppe: “Non so se voi abbiate scelta, io non ne ho di sicuro. Se preferite posso accamparmi da qualche parte nei dintorni in attesa di capire quali sono le volontà degli Dei.”
La vecchia scosse il capo: “No. Sento il volere di Thano molto forte. Non ci conviene cercare di sfidarlo. Aspetta un momento.”

Ciò detto si girò e tornò verso la sua gente.
Ci fu un concitato conciliabolo, poi la piccola folla si divise in due, mantenendo tutta la sua compattezza, e formò un corridoio.
La vecchia lo chiamò con un cenno della mano.
Lui andò a recuperare il cavallo e si incamminò a passo lento verso di lei.

Il corridoio si allargò.
“Starai a casa mia finché piacerà agli Dei, se anche mio marito è d’accordo”, gli disse la vecchia.
La casa era simile a tutte le altre: un grande rettangolo di mura a pietra coperto da un tetto a doppio spiovente composto da uno spesso strato di lunghi fili d’erba sovrapposti in modo da tenere la pioggia fuori e il caldo dentro. Era vecchia, ma molto ben tenuta, ed era la più vicina alla riva del mare, proprio dove finivano i ciottoli della spiaggia e cominciava l’erba.

Davanti all’ingresso sedeva un vecchio pescatore intento a rammendare una rete. Le sue mani correvano veloci sui fili, mentre il suo sguardo vagava lontano.
“Chi porti, Issa?”
“Un vagabondo mandato da Thano, penso che stia meglio da noi che altrove, che ne dici?”
“Un messaggero di Thano?” Si girò verso Jona con lo sguardo esitante:

Jona avrebbe voluto sbuffare, ma lo fece il cavallo per lui.
Il vecchio si girò verso il cavallo allarmato: “Thano?”

“I suoi occhi hanno visto troppe primavere. Ora non vedono più nulla”, spiegò la vecchia Issa.

“Non sono un messaggero di Thano. Thano mi impone questo viaggio, ma non ho incombenze e non sono certo venuto per prendere te.”

Jona guardò l’Amuleto, ma la Bussola era sparita. Lo fece notare alla vecchia: “Questo significa che mi devo fermare qui fino a nuovo ordine.”

Il vecchio era evidentemente in bilico fra il sollievo di non essere l’oggetto delle attenzioni di Thano e la delusione. Sembrava molto più rassegnato al suo immancabile destino di quanto non lo fosse Issa.

Jona rimase affascinato nel vedere come le mani del vecchio danzavano sulla rete, ne trovavano i difetti e li curavano, senza essere aiutate dagli occhi.
La vecchia Issa era entrata in casa e Jona rimase a lungo a chiacchierare con Tremalsong — questo era il nome del vecchio — e da lui seppe che tutti gli uomini adulti erano ora in mare, come tutti gli anni. Sarebbero tornati presto, una settimana, forse due, dipendeva da come era andata la pesca, poi sarebbero ripartiti per la grande traversata, ma non tutti. Alcuni sarebbero rimasti per iniziare la costruzione di altre barche.

Tremalsong tendeva a divagare, a raccontare aneddoti, a far domande e Jona aveva ancora le idee piuttosto confuse quando arrivò la prima barca che fece per spiaggiare proprio davanti alla casa.

La vista di Jona e, soprattutto, del cavallo produsse una notevole agitazione, con il risultato che l’operazione, evidentemente eseguita centinaia di volte, non riuscì bene e solo una piccola parte della prua salì sulla spiaggia, troppo poca per riuscire a trascinare la barca in secca.

Stavano cercando di usare una cima per trascinarla, ma la posizione non era comoda; Allora Jona prese la palla la balzo, si avvicinò con il cavallo, chiese “posso aiutare?” e poi, senza aspettare risposta dagli intimoriti marinai, legò la cima alla sella del cavallo e lo mise a tirare.
Non era certo la bardatura ideale da tiro, ma il cavallo era molto robusto e la lunga scialuppa da pesca salì leggera sulla spiaggia salutata da grida di gioia e risate.

Jona sorrise soddisfatto: il ghiaccio era rotto.