Conferme

La mattina, per la consueta seduta di meditazione, invece del Djinn si presentò Isto in persona.

I due rimasero silenziosi in attesa e il Dio proseguì:

“Dove devo andare?”

Jona rimase in silenzio a guardarsi la punta delle scarpe.

“Speravo di poter rimanere qui ancora un po’. Questo era il centro operativo di una delle più grandi nazioni degli antichi. La loro civiltà mi affascina.”

Jona capì immediatamente che di tempo ne aveva poco, anche se non sapeva perché, e sprecarne sarebbe stata una vera sciocchezza; forse era meglio essere diretti: “Capisco”, disse lentamente, “forse potresti indicarmi le ragioni della loro scomparsa. Tutto quello che ho letto sembra la storia di una continua ascesa. Come sono caduti?”

Isto fece un sorriso ancora più asciutto del solito:
“Ma Voi non eravate ancora presenti, a quel tempo, vero?”

Jona assorbì l’informazione: a quanto pareva non erano stati gli Dei a causare la scomparsa degli Antichi, ma credere che questa specie di staffetta fosse solo un caso sembrava improbabile.
Isto lo riportò al presente:

Jona lo sapeva e ora si rendeva anche conto che era il pensiero di ripartire che lo spaventava.
Era stanco e la parvenza di normalità di quei giorni, se aveva fatto meraviglie per il suo corpo, aveva anche portato allo scoperto il logorio psichico di quel continuo viaggiare senza poter mettere radici in nessun posto.

In un certo senso si sentiva più malato adesso di quando era arrivato. Inoltre avrebbe perso anche il conforto del lavoro con Serna. L’unico punto fisso nel suo universo era Mentore.
Isto aspettava la risposta con l’aria di chi ha tutta l’eternità davanti, ed era proprio così.
Mentore.
Jona cominciò a parlare come in sogno, ascoltando con interesse le parole che pronunciava, come fosse veramente un altro a parlare. Forse c’era del vero in quel che diceva il Djinn.
“Gli Amuleti sono un altro dei “ricettacoli” per le anime, vero? Mentore è stato vivo e ora lavora per Voi come addestratore, vero?”
Isto inarcò un sopracciglio:

Isto tagliò corto con uno dei suoi sorrisi tirati:
Poi, rivolto al Mago:
“Voi potete spostare le anime a Vostro piacimento, vero? Thano, almeno, ha fatto entrare Mentore nel mio Amuleto, e poi lo ha sostituito con qualcos’altro al museo, per poi farlo ritornare. Puoi farlo anche tu, vero?”

Jona si rendeva conto di parlare in modo strano, ma la sensazione di sdoppiamento era ancora fortissima e lui poteva solo osservare quel che stava facendo “quell’altro” Jona e, se cominciava a capire dove voleva andare a parare, non aveva un vero controllo su di “lui”.
“Potresti trasferire Mentore? Potresti trasferirlo in un assistente?”

“Gli assistenti non devono essere visti. Quando ritornerò in mezzo agli Umani Mentore tornerà ad essere un Amuleto. Sì, credo di capire.” Il senso di sdoppiamento era cessato quasi d’improvviso e Jona era di nuovo presente a sé stesso, anche se il “ricongiungimento” gli stava provocando una leggera nausea.

Ci fu un breve lampo rosso e Isto confermò: