Come marionette cui siano stati recisi i fili, gli altri membri della famiglia crollarono al suolo, svegli ma doloranti.
I tre che non avevano subito la paralisi si affrettarono ad aiutarli a rialzarsi.
Dania, dopo una singola occhiata al marito, vedendo lo strano Amuleto rosso che reggeva, chiuse la bocca che aveva aperto per fare domande, si tirò faticosamente in piedi e cominciò le invocazioni per alleviare i dolori provocati dalla contrazione della paralisi mentre Jona cercava di aiutarla.
Gli altri scatenarono una babele di domande alla quale l’Amuleto di Thano reagì con pulsazioni minacciose.
“Basta!”, ruggì il Mago preoccupato.
“Abbiamo avuto una Visita”, proseguì con tono assolutamente piatto, come se stesse chiedendo l’ora, “e, se siete stati bloccati, è evidente che Qualcuno vuole mantenere il riserbo. Non credo sia prudente contrariarLo”, a queste parole l’Amuleto rosso cessò di manifestare la propria irritazione e passò a una tonalità più lieve. Jona incassò l’indiretta approvazione del Dio.
Il vociare cessò immediatamente e una calma apparente ritornò nella grande cucina. Si affaccendavano solo Dania, impegnata a lenire i dolori e Darda, che preparava una tisana per tutti.
Padre e figlia si guardarono impotenti con i loro amuleti in mano che, in quel momento, non si fidavano ancora a usare.
Quando la tazza fumante venne a posarsi davanti a lui prosegui, guardandola come se cercasse di trovare ispirazione nelle leggere volute di vapore: “Non so quanto posso dirvi”, l’Amuleto lanciò un singolo lampo — che non sfuggì al Mago — “poco, suppongo.”
“Mi è stata affidata una Missione e presto dovrò partire.”
“Ancora non mi è chiaro quanto tempo ho per prepararmi e quanto starò via, ma temo che la risposta sia “poco” alla prima domanda e “tanto” alla seconda.” “
La tazza della tisana era oramai vuota e il silenzio si trascinava.
La riunione familiare si sciolse lentamente senza che nessuno aggiungesse nulla. Le uniche parole furono i rituali formalismi della buona educazione: saluti e auguri pronunciati più con la bocca che con il cuore. Tutti erano immersi nei loro pensieri.
Jona si avviò assieme a sua moglie su per le scale che conducevano alla loro camera.
I pensieri erano cupi: aveva condiviso una vita con Dania, non le aveva nascosto mai nulla
Erano nel corridoio al piano superiore, oramai soli, quando Dania gli prese la mano e lo costrinse a voltarsi verso di lei:
“Non stai dimenticando qualcosa?”, disse facendogli dondolare il suo Amuleto davanti agli occhi.
Vedendo la sua espressione confusa, lei scoppiò in una risata autenticamente divertita: “Sono anni che non riesco più a prenderti di sprovvista!”, esclamò, poi, fattasi seria, “Povero caro, deve essere stato un brutto colpo per farti dimenticare che anche tua moglie è una sacerdotessa e conosce bene la durezza della volontà degli Dei e di quella di Thano in particolare.”
Jona abbracciò la moglie senza parlare e sentì la tensione che si scioglieva in lui.