Si trovavano nel punto esatto in cui Serna e i quattro giannizzeri avevano teso l’agguato che aveva portato alla liberazione di Sindehajad.
Era sera ed il sole era oramai calato dietro le montagne, ma il cielo era ancora luminoso con dei riflessi rosa che il Geco considerò di buon auspicio.
Si svolse lentamente la lunga striscia di cotone nero che costituiva la tagelmust fino a rivelare completamente il viso ben rasato e la testa con i lunghi capelli neri raccolti in una grossa treccia.
“Serna”, disse guardandola dritto negli occhi, “un’altra volta ho provato ed ho fallito per mia ignoranza. Ora credo di aver imparato abbastanza da poter riprovare.”
Piegò un ginocchio fino a terra e, guardandola dal basso in alto, le chiese: “Serna di Tigu, Maga dei tre continenti, vuoi essere la mia sposa?”
Lei rimase un attimo in silenzio, poi lo prese per le mani e lo costrinse a rialzarsi sorridendo.