La notizia del Djinn rosso che salvava i bambini dai rapimenti e mangiava gli aggressori, vestiti e tutto, si sparse lungo il fiume e, come tutte le leggende, si arricchì di infiniti particolari, tanto che Marjad faticava a rimanere seria quando le narravano dell’ultima impresa del misterioso Djinn.
Poi arrivava l’inevitabile commento: “Ah, se fosse arrivato un po’ prima forse i tuoi figli sarebbero ancora qui” e lei perdeva ogni voglia di sorridere mentre la rabbia divampava nel suo cuore.
Dopo uno di questi episodi, come sempre succedeva, i due si ritrovavano chini sulla mappa del Dio per scegliere la prossima vittima da salvare.
Non c’erano puntini nelle vicinanze. I rapitori di bambini dovevano aver capito che la zona era protetta.
La donna con cui aveva parlato oggi, tornando dal mercato, le aveva spiegato con un certo sollievo che oramai i rapitori della zona dovevano essere tutti morti, ringraziando il Djinn!
Marjad e Ahmanejadil sapevano che non era vero. Avevano metodicamente spogliato le loro vittime di tutti i loro averi, prima di farli scomparire nel fiume e sapevano bene che non si trattava di gente del luogo. Erano tutti carovanieri. Quella gente che attraversava il grande deserto ad est con le sue lunghe teorie di cammelli, portando stoffe ed oggetti dai colori incredibili e ripartendo poi carica di argento ed altre cose apparentemente di scarso pregio, come tappeti ed i comuni vassoi decorati a sbalzo.
Più volte si erano chiesti perché rapissero i bambini, ma non avevano trovato una risposta soddisfacente. Nelle carovane non si vedevano mai né donne né bambini; i più giovani erano già in piena adolescenza, perfettamente in grado di badare alle bestie ed al carico che difendevano da predoni ed animali come si trattasse della loro stessa vita .
Marjad ricontò per l’ennesima volta i segni che aveva fatto: sedici, uno per ogni bambino salvato.
Quasi a rispondere alle sue domande un gruppo di quattro puntini verdi apparve all’estremo nord della mappa, vicino alle montagne.
“Lì”, disse, “quelli. Stavolta dovremo camminare un po’. Speriamo di arrivare a tempo.”
Ahmanejadil scosse la testa. Erano troppo lontani. Quattro assieme. Sapeva che era inutile discutere con la moglie, quando parlava con quella luce negli occhi, ma provò ugualmente: “Non sarebbe meglio cercare qualcosa di più vicino?”
“E poi?”
“E poi Thano ci aiuterà a ritrovare Ramil e Sandajadil!”
Ahmanejadil aveva forti dubbi che fosse così facile e cominciava a pentirsi, in cuor suo del giuramento fatto al Dio Cacciatore, ma non era possibile tirarsi indietro, anche se lo avesse voluto davvero.
Cominciò a preparare il mehari per il viaggio.