Epilogo I

Jona si svegliò fresco e riposato sul suo letto nella Stazione Suborbitale.
Il sogno che stava rapidamente svanendo dalla sua memoria era stato grottesco, ancora una volta gli pareva di aver rivissuto non solo tutta la sua vita, ma anche parecchie vite che “avrebbero potuto” essere la sua.

Si rese conto che Opia era tranquillamente seduta ai piedi del suo letto e lo guardava. Si tirò a sedere e gli balzò alla mente il Consiglio degli Dei del giorno prima.
Dunque non si era annullato come aveva creduto.

No”, disse la Dea con un sorriso, “Io ho ottenuto la tua “anima”, ma tu non l’hai persa. Ora sei dentro di me, ma sei anche nel tuo corpo. Guardati allo specchio.

Si alzò svelto ed entrò nel cubicolo che fungeva da stanza sa bagno.
Una parete era un grande specchio che gli permetteva di vedersi a figura intera.
La faccia che lo salutava al di là del vetro era indubitabilmente la sua, ma lui non la vedeva così da almeno una ventina d’anni.

“Cosa mi avete fatto?”
Nelle fantasie degli antichi i mortali che vendevano la propria anima lo facevano per ottenere vantaggi immediati in cambio, spesso l’Eterna Giovinezza. A noi è sembrato equo, visto che non ti abbiamo veramente sottratto la tua anima, sdebitarci per il servizio reso regalandoti una trentina d’anni, più o meno.

Jona si riguardò con occhio critico: sì i conti tornavano. L’aspetto che aveva ora era quello che aveva avuto intorno ai trentacinque o quarant’anni.
“Ma com’è possibile?”
La Dea rise:

Jona rimase alcuni istanti in silenzio, poi disse lentamente: “Molto spesso gli Dei usano, per insegnare, quello che ho appreso essere il “Metodo socratico”, o Maieutica, ho anche imparato che gli antichi avevano sviluppato un metodo simile — che chiamavano “costruttivismo” — che si è dimostrato essere molto efficace, ma no, non sono riuscito a capire perché Socrate sia così importante per voi, né perché — come mi disse Palla — “il suo insegnamento sia rimasto ignorato per tanti secoli”.”

La Dea sorrise dolcemente al suo turbamento: “Il suo insegnamento più profondo non poteva essere capito ai suoi tempi, e neppure dopo, fino a tempi relativamente recenti, tanto che noi non avremmo saputo nulla di lui, se non fosse stato per un suo allievo che aveva idee così diverse da quelle del Maestro.
In effetti Socrate non aveva lasciato nulla di scritto e lo si conosceva solo attraverso quel che narrava di lui Platone e qualche altro contemporaneo.
Socrate non aveva lasciato nulla di scritto. Sembrava importante
Si sforzò di ricordare. Aveva letto qualcosa a riguardo. Sì, certo, Socrate, come dimostrava ampiamente il suo metodo, era convinto che l’istruzione fosse qualcosa di individuale, viva, che non potesse essere affidato ai libri che erano, per definizione, qualcosa che rimaneva congelato, morto e mummificato nel momento stesso in cui veniva scritto.
Gli Dei, effettivamente, si dedicavano molto a quelli che sembravano interessati e promettenti ed il modo di insegnare era diverso a seconda dell’allievo.
Ma che c’entrava questo con il suo ringiovanimento?
“Credo di capire che ti riferisca all’individualità dell’insegnamento, ma non capisco i collegamenti.”
Non è solo l’insegnamento che deve essere individuale, ma anche molte altre cose, se vuoi avere dei risultati apprezzabili. L’idea degli antichi che le cose potessero essere fatte “in serie” ed andare bene per tutti si è dimostrata fallimentare, alla lunga. Noi andiamo nella direzione contraria: cerchiamo di rendere più individuale e capillare possibile ogni nostro intervento. Non è possibile ringiovanire una persona come te, ad esempio, mediante magici “filtri”; bisogna fare il lavoro cellula per cellula.
Jona rimase a bocca aperta: nel suo corpo sapeva bene c’erano un’infinità di cellule
“Quanto tempo è passato?”
Parecchio: quasi un mese. Sia la “copia” del tuo sistema nervoso — “dell’anima”, se vuoi — che il ringiovanimento sono due processi delicati che richiedono tempo.
Asclep ti aveva già fatto un dono giù alla Magione, mentre ti curava la polmonite: aveva impiantato un certo numero di neuroni nuovi, pronti ad essere collegati agli altri che formano il tuo cervello. Non ti sei accorto che ragionavi in modo leggermente diverso?

Jona aveva avuto l’impressione di arrivare alle conclusioni più rapidamente, quasi con la stessa prontezza di Serna. Non era stata, dunque, solo un’impressione.

Nel processo di ringiovanimento spesso vengono sostituite la maggior parte delle cellule del corpo. Eccezione importante sono le cellule cerebrali che, naturalmente, non si rimpiazzano quasi mai. Farlo significherebbe distruggere la personalità dell’individuo, in gran parte determinata proprio dal modo con cui i neuroni hanno sviluppato le loro connessioni. L’unica cosa che possiamo fare è fornire una certa quantità di neuroni immaturi e lasciare che trovino da soli il modo di collegarsi agli altri.

“Le anime staccate dai corpi non possono più cambiare perché non possono fare nuove connessioni!”

“Per questo avete bisogno di “copiare”, come hai detto prima, i cervelli di individui vivi e reali, come me.”
La Dea annuì con un largo sorriso.
“Ma, visto che sapevi già di volere la mia anima — e credo che tutti gli altri Dei fossero già d’accordo — perché mettere in scena il Consiglio?”

“Cosa sarà di me, ora?”
Questo dipende da te, Jona. Puoi rimanere qui con noi o tornare sulla Terra. Comunque ed ovunque tu vada sei ora un Eletto. Questo comporta molti benefici, come imparerai, ma anche un certo numero di responsabilità. Benvenuto.

La Dea scomparve e Jona rimase a lungo a guardarsi allo specchio prima di riscuotersi ed andare incontro alla sua seconda vita.
C’erano molte cose che voleva fare e vedere, ma in cima alla sua lista di priorità c’era conoscere quell’uomo che sua figlia aveva scelto come marito.