Il Sacerdote fece strada su per una scala ricavata in un’intercapedine della parete esterna — ovverosia nella corteccia, pensò Jona, strano dover attribuire nomi botanici a costrutti architettonici e viceversa. La scala spiralava verso l’alto illuminata da finestre a forma di foglia. Giunti in cima imboccarono una delle strade aeree. Jona ebbe un momento di panico. Erano molto in alto, gli elfi che correvano sul terreno sotto a loro sembravano piccole marionette e la passerella non aveva protezioni. Gli Elfi di certo non soffrivano le vertigini.
In realtà non c’era il minimo pericolo: il camminamento sembrava stabilissimo ed era largo più di un metro e mezzo. Jona sarebbe riuscito a passare anche da ubriaco. Si costrinse a guardare davanti a sé e a camminare deciso.
La passerella, solida e stabile come roccia, li condusse con un arco aggraziato fino al palazzo del re.
Il re li stava aspettando in quello che pareva essere uno studio privato.
“Così questo sarebbe l’umano che Thano ci manda?” Chiese il re rivolto al Sacerdote, dopo che un anziano elfo ebbe declamato qualcosa che l’Amuleto non si curò di tradurre.
“Per Servirvi, Maestà”, rispose Jona senza dare al Sacerdote il tempo di parlare.
Il re lo guardò direttamente, chiaramente infastidito dalla sua presenza: “Sono spiacente per il viaggio scomodo, per gli standard umani, ma l’Innerwald è sacro per tutta la Nazione, oltre che per Asclep nostro Padre. Nessuno vi penetra mantenendo il ricordo di come arrivarci.”
“Capisco, Maestà, e non tutto il male viene per nuocere. Sono arrivato molto più in fretta di come avrei potuto fare usando solo le mie gambe. Ringrazio Voi e gli Elfi che hanno dovuto caricarsi addosso le mie vecchie ossa.”
“E cosa volete da Noi, umano?” chiese il Re, un pochino meno arcigno.
“Sinceramente non lo so, Maestà.” disse Jona tenendo bene in vista il suo bastone in cima al quale brillava l’Amuleto, “Thano mi impone di andare e, a quanto pare, devo trovare qualcosa nel tempio di Asclep”, la Bussola puntava infatti decisa verso il tempio, come aveva sempre fatto sin da Blanzoon, “Chiedo quindi il permesso di visitarlo e di rivolgere domande”.
“La volontà di Thano verrà rispettata”, disse Falanor lentamente, “devo ammettere che i Cercatori di Thano non ci hanno mai dato veri problemi. Non loro, a differenza di quasi tutti gli altri umani che sono penetrati nei nostri territori.”
Jona ebbe la netta sensazione che gli Elfi dovessero aver provato a fermare qualche Cercatore. Probabilmente una sola volta.
“Confido che Gornor saprà guidarvi nella vostra Ricerca. Che Asclep sia con voi.”