La luce tenue dell’aurora lo svegliò pochi minuti prima che Smullyanna entrasse a chiamarlo.
Vestì rapidamente i suoi abiti da viaggio e lei gli annodò sulla spalla sinistra un nastro rosso sul quale erano ricamate lettere d’oro che Jona non riuscì a decifrare; avrebbe dovuto chiedere all’Amuleto.
Il Sacerdote lo stava aspettando. Si incamminarono verso una parte del Tempio che sembrava composta da uffici ordinati dove elfi di entrambi i sessi e di tutte le età lavoravano ai loro tavolini parlando di rado e a bassa voce.
“Cosa sai di genetica?” chiese Gornor a bruciapelo.
“Normalmente risponderei “parecchio”, visto che l’argomento mi ha sempre interessato e l’ho studiato con l’aiuto di Asclep stesso, ma ho la sensazione che “qualcosina” sarebbe più adatto, qui”.
“Bene. Vediamo. Alleli? Dominanza? Proteine? Codice Genetico? Struttura molecolare del DNA? Ribosomi? Mappa dei geni sui cromosomi? Gene Operone? Soppressione genetica? Attivazione?” Gornor aspettava un cenno d’assenso da parte di Jona a ogni nome che citava. Jona ascoltava attentamente la traduzione dell’Amuleto e confermava che si trattava di argomenti, almeno in parte, conosciuti. Non poté fare a meno di notare che, mentre Gornor usava un semplice sostantivo, l’Amuleto doveva usare locuzioni sempre più lunghe per tradurre. All’ultima richiesta Jona rispose: “Ne ho letto qualcosa, ma non credo di ricordare molto.”
“Non ti preoccupare. Ne sai a sufficienza da poter capire quello che succede qui. Nessuno pretende che tu prenda il posto di uno dei miei assistenti”, aggiunse con un sorriso.
“Questa parte del Tempio è dove noi conduciamo le ricerche genetiche”, disse con evidente orgoglio, “si comporta come un enorme Amuleto e permette ai miei assistenti di analizzare le caratteristiche genetiche di tutti gli organismi viventi. Qui stiamo catalogando il corredo cromosomico di tutte le piante che riusciamo a trovare. Abbiamo sequenziato migliaia di piante per un numero enorme di geni distinti, ognuno associato con la rispettiva proteina e, ove applicabile, fenotipo associato.”
Erano entrati in una delle stanze dove due elfi chini su un tavolo osservavano dei puntini colorati. Sopra il tavolo troneggiava l’immagine che pareva un serpente follemente arrotolato su sé stesso. Un elfo toccò il tavolo facendo cambiare colore a un singolo dei puntino; il serpente si contorse annodandosi ancora più strettamente.
“Esatto. Il simulatore calcola la struttura tridimensionale della proteina risultante e la visualizza”.
“Ma cosa stanno cercando di ottenere?”
“Deodorante.”
“Deodorante?”
Gornor sorrise:
Jona cominciava a capire cosa intendesse quando diceva che “progettavano” le piante. “Poi inserite i nuovi geni nel corredo cromosomico?”
“In linea di principio sì, anche se le cose vanno in modo un po’ diverso. Vieni.”
Percorsero un lungo corridoio dalle pareti verdi e luminose:
“Di che si tratta?”
“Una nuova varietà di fungo-lampada. Ci mancava il colore blu.”
Arrivati in fondo al corridoio entrarono in una stanza ampia e riccamente decorata. Al centro, accanto a un grande tavolo intarsiato c’era uno scranno verde smeraldo. Jona non ebbe bisogno di spiegazioni per sapere che si trattava del Trono di Asclep.
Due assistenti stavano aspettando. A un cenno del Sacerdote, cominciarono a lavorare ai controlli sulla superficie del tavolo. Apparvero numerose immagini di cui solo poche avevano un senso per Jona. Al centro c’era il prodotto finito: un piccolo fungo a forma di uovo che emanava una forte luminosità blu. Attorno c’erano sequenze stilizzate, alcune proteine e altri diagrammi indecifrabili.
Il Sacerdote adattò il suo Amuleto in una nicchia alla base del Trono e, immediatamente, la sagoma bonaria di Asclep apparve.
“Un’altra innovazione?”
“Sì, Asclep. È la Lampada Blu di cui Ti parlavo pochi giorni fa.”
“Possiamo procedere con le Fattrici dei Semi?”
“Portatele!” Non aveva finito di parlare che gli assistenti spinsero avanti carrelli su cui erano sistemati grossi vasi. In ognuno c’era una strana pianta, somigliava a un pallone verde coperto di spine e percorso da striature verticali. Nella parte alta aveva una spirale di corti steli, sempre più piccoli, fino a diventare quasi invisibili verso la cima. Ogni stelo terminava con un’infiorescenza a bottone.
Sistemati i carrelli davanti al Trono e si allontanarono in fretta. Asclep allungò una mano e la sua aura verde avvolse le piante. Poi, senza dir altro, scomparve.
Gornor raccolse il suo Amuleto mentre gli assistenti portavano via i carrelli.
“Che cosa ho visto, Gornor?”
“È il progetto del fungo a luce blu, questo l’ho capito, anche se mi sono perso i particolari. È quello che è successo dopo che mi sfugge.”
“Quelle che hai visto sono le Fattrici dei Semi”, proseguì Gornor con pazienza, “sono piante sacre che possono produrre i semi di qualunque cosa Asclep voglia. Ora ha ordinato loro di produrre le spore del nuovo fungo-lampada. Tra pochi giorni sapremo se funzionano come pensiamo”
Esitò un momento, poi chiese: “Che cosa è quella “direttiva primaria” di cui parlava Asclep?”
Gornor diventò rosso come un peperone: “Non ci abbiamo davvero fatto una bella figura”, mormorò con aria contrita.
Jona sgranò gli occhi senza capire assolutamente l’improvviso cambiamento di umore del Sacerdote; sperò di non aver toccato un argomento troppo delicato e tenne dietro a Gornor, che aveva ricominciato a camminare a grandi passi, cercando di fare meno rumore possibile.
Il Sacerdote si fermò di nuovo e lo squadrò con aria grave: “No, tu non puoi saperlo.” Fece una breve pausa, poi raggiunse una decisione e parlò rapido:
Seguì un lungo silenzio nel quale Jona, terribilmente a disagio, cercava di confondersi con le preti verdi.
Quando riprese a parlare Gornor aveva una voce distaccata, lontana, come stesse facendo una lezione ad un’intera classe di Apprendisti: “La Direttiva Primaria, da osservare sempre in qualsiasi manipolazione genetica si intenda fare, è assicurarsi che i prodotti anabolizzati possano essere, e siano, catabolizzati dallo stesso organismo.”
“L’alternativa è un accumulo indefinito del composto, sempre dannoso per l’organismo.”
“Il pigmento fluorescente blu originale era stabile e non c’era modo, in natura, di distruggerlo”, terminò parlando velocemente prima di riprendere il cammino con passo sostenuto.
Continuò a seguire il Sacerdote nel suo giro di ispezione mattutino. Jona era sinceramente impressionato: dovevano esserci parecchie decine di elfi a lavorare nei laboratori di genetica e ciascuno di loro aveva una padronanza della materia molto superiore alla sua. Un duro colpo per lui, convinto di essere un esperto in materia.
La visita stava volgendo al termine e loro si stavano dirigendo verso l’ala del Tempio adibita a ospedale.
Jona camminava in modo automatico, la testa altrove, impegnato a digerire la mole d’informazioni che aveva ricevuto. Qualcosa lo disturbava.
“Gornor, avete mai catalogato genomi animali?”
“No. Mai. Asclep lo proibisce! Solo i vegetali possono essere manipolati in questo modo.”
“Capisco”, disse Jona, anche se la risposta apriva più interrogativi di quanti ne chiudesse.