Il toro per le corna

Jona rimase a lungo in silenzio. Sapeva perfettamente che chiedere consiglio all’Amuleto, in questo momento, era perfettamente inutile.

Provò a fare qualche ricerca, sia all’Accademia che tramite il servitore che gli era stato assegnato, ma non riuscì a sapere nulla di più di quanto gli avesse già detto Caio Servio.
Unico incoraggiamento, molto indiretto, fu una missiva proprio del capo dell’Accademia che chiedeva, in caso di successo, di voler essere tanto gentile dal condividere i risultati. Tra le righe si leggeva un sincero interessamento per la sorte dell’amico.

I giorni passavano senza risultati apprezzabili e Jona diventava sempre più impaziente. Se questa era un’idea di Thano sapeva di aver poco tempo per risolvere l’indovinello. Ammesso che l’indovinello fosse trovare Tarciso, naturalmente.

Una sera si decise finalmente a prendere il toro per le corna e iniziò il rituale per evocare Ipno.

L’Avatar nero comparve molto lentamente, come di malavoglia.

Perché mi chiami, Jona?
“Ho un sogno che mi perseguita.”
Un incubo?

E cosa ti presagisce questo tuo sogno?
“Mi dice che devo trovare Tarciso.”

Come pensavo. Non è un sogno che ti ho mandato io.
“E chi, allora?”
Ipno inclinò la testa di lato, guardandolo di traverso: “E che vuoi che ne sappia io? Potrebbe essere stato un altro Dio, o potrebbe essere tutto frutto della tua mente. Potrebbe addirittura essere che tu non abbia mai avuto nessun sogno in senso letterale e che sia solo una figura retorica.
“Non mi aiuterai, quindi?”
Io aiuto sempre e dovresti saperlo.
Jona chinò il capo; non sempre l’”aiuto” era quello che i mortali si aspettavano

Voi mortali avete delle strane idee sulle mie funzioni, sai?” Il tono era improvvisamente colloquiale e la cosa non tranquillizzò affatto il Mago che cominciava a chiedersi se non avesse fatto un grosso errore.
L’esca era stata lanciata e far finta di niente non sarebbe servito: “In che cosa Ti abbiamo mancato di rispetto?”
Tsk, Tsk, non si tratta di questo, e lo sai. Non farmi perdere tempo con queste schermaglie.
“Chiedo perdono. Che cosa non abbiamo capito, e che cosa non ho capito io in particolare, delle Tue prerogative?”
Accordato. Non sono forse il Dio del Perdono, tra l’altro?” Il tono era sempre più leggero e casuale.
“Riguarda le tue funzioni di Dio dell’Oblio?”
Bravo! Io non mi occupo minimamente dell’oblio. Io sono il Dio del Ricordo, ma, ti prego, non dirlo a nessuno!
“Del Ricordo? Anche quando ci dici di dimenticare le offese e perdonare?”
Tsk, Tsk, come puoi perdonare qualcosa che hai dimenticato? No, No! Devi ricordare, per poter perdonare.

Quale oblio? Pensa che sono l’unico, fra gli Dei, a conservare il ricordo di quando gli Dei non esistevano.
“Di quando gli Dei non esistevano?”

“Nessuno si era accorto che non c’eravate?”

Questa conversazione diventa noiosa, se continui a fare il pappagallo.
“Il “pappagallo”?”
Ecco, appunto”, disse con tono vagamente spazientito,

Jona lottò per riportare la conversazione su un binario più controllabile: “Ma questo cose c’entra con Tarciso?”

Con Tarciso? perché dovrebbe entrarci qualcosa con Tarciso?
“Perché ti ho chiesto aiuto per trovarlo, ricordi?”
Certo che ricordo! Non ti ho appena spiegato che sono il Dio del Ricordo?” Ipno sembrava seccatissimo.

“Allora mi aiuterai?”

Uhm, sì, può essere che parlare con Tarciso possa farti bene, forse.

“Ma come posso parlarci se non lo trovo?”
Tsk, Tsk, cercalo, no? Devo dirti tutto io?
Jona era prossimo a una crisi di nervi, come spesso gli capitava quando aveva a che fare con Ipno. Come diavolo faceva Serna ad andarci così d’accordo?

Bene! Non sei contento?
“Contento di cosa?”
Che sia come cercare un ago in un pagliaio! Che diamine! Pensa a quanto sarebbe difficile trovare un ago in un agoraio!

Adesso è meglio che ti svegli. Salutami Tarciso. Digli che lo perdono. Ciao.

Jona si sentiva veramente come se si fosse appena svegliato da un lungo sonno agitato.

“Ho sognato?” Chiese all’Amuleto.
“Se hai sognato abbiamo fatto lo stesso sogno, credo.”
“Sono sicuro che ci ha dato delle indicazioni preziose, ma non capisco quali.”