Jona si aggirava nel palazzo da parecchi giorni, oramai.
Sembrava essere molto più grande dentro di quanto gli era sembrato girandoci attorno — probabilmente — pensò fra sé e sé — perché le pareti della caverna sono così vicine che si perde la prospettiva, sembra di camminare in un crepaccio.
Quel palazzo era un vero rompicapo.
Sembrava fatto apposta per confondere.
C’erano posti evidentemente adibiti a scopi diversi.
La parte che occupava lo spazio maggiore era costituita da enormi sale interconnesse. Sembrava dovessero accogliere una grande quantità di persone e incanalarle in percorsi precisi, segnati da frecce e numeri. Percorsi fatti appositamente, il Mago lo sentiva chiaramente, per stupire impressionare ed essere ricordate. Jona sapeva che gli ricordavano qualcosa, ma non riusciva a ricordare cosa — non importa, mi verrà in mente.
Anche lui era stupito e impressionato, ma si era imposto di non fermarsi a esaminare i vari “exibith” qualunque cosa quella parola significasse — questo stupido Amuleto non ha nemmeno un vocabolario disponibile — almeno fino a che non avesse finito una prima esplorazione.
Ora, forse, era giunto il momento.
Un’altra parte era facilmente identificabile, anche se conteneva molte cose misteriose: si trattava di locali di servizio e manutenzione; comprendeva locali con attrezzi per pulizia e riparazione, diversi refettori, e alcune botteghe dove, apparentemente, era disponibile un assortimento di oggetti assolutamente eterogenei.
Rimase affascinato da un’alta cassapanca con un coperchio trasparente: ronzava sommessamente ed era piena di ghiaccio.
Una terza sezione era ancora diversa. Le porte che vi davano accesso erano tutte marcate con avvisi come “Vietato Entrare”, “Solo Personale Autorizzato” e simili. Dentro c’erano tante stanzette, molto simili l’una all’altra, senza tanti fronzoli che a Jona ricordarono le celle dei monaci al Monastero di Palla, anche se non avevano né letti né bagni; se effettivamente si trattava di celle i monaci dovevano avere un altro posto per andare a dormire. C’era, invece, un refettorio che sembrava dedicato a loro, oltre a quelli nella parte “pubblica”.
Il Mago aveva trovato anche un piccolo appartamento completo di tutto e lì si era installato. Seduto alla larga scrivania stava cercando di decidere cosa fare ora che aveva terminato la prima ricognizione.
Decise di provare a seguire uno dei percorsi, domattina.