Due giorni dopo era nella sua cella e stava stipando i suoi averi in due capaci bisacce. Il tempo era migliorato decisamente e, nonostante la neve continuasse a dominare il paesaggio, si sentivano nell’aria e nel tepore del sole le prime avvisaglie della primavera.
Soppesò il libro che aveva interrotto di leggere quando si era accorto della Bussola. Era indeciso se provare a chiedere a Mirelle di poterlo portare con sé. Non sembrava molto usato e forse
“Non è necessario portarselo dietro in pagine e copertina.” disse l’Amuleto con voce piana. Al di sopra dell’Amuleto, anche lui appoggiato sul tavolo, apparve una copia del libro, aperta a mezz’aria.
Jona allungò la mano, ma quella passò attraverso l’illusione sentendo appena una lieve presenza.
Il libro era aperto alla pagina che lui aveva letto per ultima. Provò a sfogliarlo e le pagine girarono. Jona fu stupito nel sentire la carta sotto le dita e lo disse ad alta voce.
L’Amuleto rise: “Sei sicuro? Mi sa tanto che hai sentito quello che ti aspettavi di sentire.”
Jona toccò di nuovo le pagine. Non era carta. Sentiva distintamente la pressione, ma non c’era traccia della rugosità della superficie. Eppure, la prima volta
“Come fai?”
“Ultrasuoni focalizzati, se ti interessa davvero uno di questi giorni, quando non hai veramente niente di meglio da fare, te lo spiego.”
“Comunque la cosa importante è che ho immagazzinato tutti i volumi della biblioteca di Palla, che te ne pare?” aggiunse con evidente orgoglio.