Jona si svegliò con tutti i sensi all’erta, come del resto era sua abitudine, e si rese subito conto di diverse cose: il sole stava tramontando, la botte galleggiava più bassa sull’acqua e i suoi piedi erano bagnati.
“Che cosa è successo?”
“Quando abbiamo toccato il fondo, dopo il volo, le doghe si sono sconnesse e ora entra l’acqua, meglio se ti prepari a uscire di qui.”
Jona non si fece ripetere l’invito. Non vedeva l’ora di respirare aria pura.
Quando, dopo essersi liberato dalle cinghie e aver preparato le sue cose, allentò la chiavarda che teneva in posizione il coperchio della botte l’acqua si precipitò dentro e la sua imbarcazione affondò rapidamente.
Jona guadagnò la superficie aggrappandosi al suo zaino che, avvolto in una cerata impermeabile, galleggiava bene.
Il fiume stava ancora correndo veloce in un canalone scosceso.
“Tra poco il canalone finisce e c’è possibilità di approdo. Dirigiti verso alla riva destra.”
Jona non sprecò fiato a rispondere e prese a nuotare lentamente, tagliando la corrente in diagonale.
La riva sembrava lontanissima, ma quando il canalone finì il fiume si allargò notevolmente e Jona si trovò d’improvviso in acque calme dalle quali poté guadagnare la sponda sassosa senza difficoltà.
Trovò Serna che lo aspettava sulla riva saltellando e battendo le mani: “Bravo papà, sapevo che ce l’avresti fatta!”
“Ma se te la sei fatta tutta dormendo!” Lo canzonò la figlia.
“Amuleto?”
“Temo di essermi preso la libertà di trasmettere al tuo vecchio amuleto le immagini di quel che succedeva qui. Ho fatto male?”
“Hai fatto male a non dirmelo, per il resto non c’è problema.”
Jona intanto stava raccogliendo legna portata dal fiume e l’accumulava in un focolare di pietre. L’Amuleto accese il fuoco che presto cominciò a scoppiettare vivace.
Solo allora Jona si tolse i vestiti fradici, liberò lo zaino dall’incerata e, dopo essersi asciugato il calore del fuoco, si mise degli abiti asciutti.
“Siamo in piena estate ma l’acqua è sempre fredda gelida.”
“”Piena estate” non direi proprio,” disse l’Amuleto, “sta quasi per finire.”
“Ma se siamo a metà Agosto!”
“Appunto. Qui al Nord l’estate finisce presto. Una o due settimane al massimo incominceranno piogge e cattivo tempo.”
“Di già?”
“Da queste parti fa molto più freddo che in Ligu. Non credo sarebbe una buona idea continuare a viaggiare anche d’inverno.”
“E allora? Non posso certo fermarmi qui.”
“Qui no di certo, ma meglio che incominciamo a pensare a trovare un posto dove svernare. Abbiamo ancora parecchia strada da fare. Questo non è proprio quello che si dice “territorio amico””
“Che intendi dire?”
“Lo vedrai domani, per ora siamo tranquilli, in un punto molto riparato e il fumo non si vedrà fino a domattina.”
“Ti posso spiegare io,” intervenne Serna, “visto che l’Amuleto sembra reticente. Tutta la zona a nord delle cascate è popolata da gente che pare non abbia di meglio da fare che combattersi a vicenda. Gli unici posti sicuri, fino a un certo punto, sono i castelli dei signorotti locali dai quali partono poi per saccheggi e razzie in tutti territori circostanti. La vita dei contadini non è allegra da queste parti. Il barone locale li affama in cambio di una “protezione” che spesso è inesistente.”
“Effettivamente non sembra un posto allegro, ma tu come lo sai, Serna?”