Prime Risposte

Il salvataggio venne fatto in modo rapido ed efficiente.
Il bambino preso di mira era il figlio di Ashira di cinque anni. Era stato mandato, come al solito, a prendere acqua al pozzo ed ora tornava verso casa con il secchio che pareva più grande di lui.
I rapitori sbucarono improvvisamente dal canneto che bordava il fiume.
Il piccolo non ebbe nemmeno il tempo di aver paura perché dietro di loro apparve, silenziosa e terribile, Marjad.
La testa del primo dei rapitori cadde rotolando prima che si fossero resi conto della sua presenza. Il secondo non aveva ancora finito di girarsi quando il filo tagliò di netto le sue gambe poco sopra il ginocchio.

“Perché”, ruggì Marjad, “perché ci rubate i nostri figli?”
Il ragazzo, non poteva avere più di sedici anni, si tirò su un gomito e la guardò con aria stupita: “Davvero non lo sai, oh potente Djinn? Anche noi siamo stati rapiti, tanto tempo fa ed ora, per ottenere la nostra libertà dobbiamo portare qualcuno che prenda il nostro posto.”
La vita fuggiva veloce dalle arterie recise e il ragazzo si accasciò senza dire altro.

Ashira, con il figlio in braccio, aspettava a rispettosa distanza. Ad un cenno di Marjad si avvicinò e mormorando un fiume di ringraziamenti, confusi nelle parole, ma chiarissimi nel significato, la aiutò a spogliare i due ragazzi e a gettarne i corpi nel fiume.

Poco dopo ritornava verso la Sede con il grosso involto che era il tributo dovuto agli Hasashin per i loro interventi.