Jona rimase ancora qualche giorno a Mila, aspettando di trovare l’occasione buona per muoversi di nuovo verso nord e raccogliendo informazioni sui territori settentrionali.
Partì con il garzone di un fabbro che andava a vendere asce, seghe e altra ferramenta ai boscaioli delle valli di Aalp. Il carro era pesante, ma molto meno di quelli carichi di botti che aveva usato prima ed era tirato da una coppia di somarelli che tenevano un passo molto più veloce di quello dei buoi. Jona ringraziò in cuor suo la locandiera che gli aveva trovato quel passaggio.
Le mura di Mila non erano ancora completamente scomparse alle loro spalle che Jona cominciò a intravedere, sopra la foschia onnipresente nella Valle, le cime delle montagne. Non si era reso conto di quanto gli fossero mancate, ma ora sentiva il suo spirito innalzarsi come quelle cime di cui non vedeva la base.
La sera arrivarono a Kum, cittadina sulle rive di uno stretto lago incastrato fra due catene di montagne boscose.