11: Confronto con Thano

Intermezzo

Jona si aggirava nel palazzo da parecchi giorni, oramai.
Sembrava essere molto più grande dentro di quanto gli era sembrato girandoci attorno — probabilmente — pensò fra sé e sé — perché le pareti della caverna sono così vicine che si perde la prospettiva, sembra di camminare in un crepaccio.

Quel palazzo era un vero rompicapo.
Sembrava fatto apposta per confondere.
C’erano posti evidentemente adibiti a scopi diversi.

La parte che occupava lo spazio maggiore era costituita da enormi sale interconnesse. Sembrava dovessero accogliere una grande quantità di persone e incanalarle in percorsi precisi, segnati da frecce e numeri. Percorsi fatti appositamente, il Mago lo sentiva chiaramente, per stupire impressionare ed essere ricordate. Jona sapeva che gli ricordavano qualcosa, ma non riusciva a ricordare cosa — non importa, mi verrà in mente.
Anche lui era stupito e impressionato, ma si era imposto di non fermarsi a esaminare i vari “exibith” qualunque cosa quella parola significasse — questo stupido Amuleto non ha nemmeno un vocabolario disponibile — almeno fino a che non avesse finito una prima esplorazione.
Ora, forse, era giunto il momento.

Un’altra parte era facilmente identificabile, anche se conteneva molte cose misteriose: si trattava di locali di servizio e manutenzione; comprendeva locali con attrezzi per pulizia e riparazione, diversi refettori, e alcune botteghe dove, apparentemente, era disponibile un assortimento di oggetti assolutamente eterogenei.
Rimase affascinato da un’alta cassapanca con un coperchio trasparente: ronzava sommessamente ed era piena di ghiaccio.

Una terza sezione era ancora diversa. Le porte che vi davano accesso erano tutte marcate con avvisi come “Vietato Entrare”, “Solo Personale Autorizzato” e simili. Dentro c’erano tante stanzette, molto simili l’una all’altra, senza tanti fronzoli che a Jona ricordarono le celle dei monaci al Monastero di Palla, anche se non avevano né letti né bagni; se effettivamente si trattava di celle i monaci dovevano avere un altro posto per andare a dormire. C’era, invece, un refettorio che sembrava dedicato a loro, oltre a quelli nella parte “pubblica”.

Il Mago aveva trovato anche un piccolo appartamento completo di tutto e lì si era installato. Seduto alla larga scrivania stava cercando di decidere cosa fare ora che aveva terminato la prima ricognizione.
Decise di provare a seguire uno dei percorsi, domattina.

Gita al Museo

Le porte si aprirono con un lievissimo cigolio e Jona entrò nell’ampio vestibolo. Dove andare? Scelse il percorso che portava al “Planetario”.

Cominciò a percorrerlo metodicamente, leggendo tutte le scritte che trovava, cercando di capire che cosa rappresentassero tutte le figure, guardando tutti i “video”, dei quadri animati.

Le luci cominciarono a spegnersi che lui non aveva ancora terminato il percorso.
Tornò nel suo appartamentino con un senso di assoluta meraviglia per il regno di Zeo, anche se Lui non era stato nominato nemmeno una volta.
C’erano moltissime cose che non aveva capito, altre, invece, gli erano familiari.
Aveva trovato anche cenni a progetti per scalare il cielo e muoversi fra i pianeti.

Primo tentativo

Allora, Mago, hai risolto il problema? Chi ha costruito questo posto? Perché?

Jona tirò un gran respiro.
Era stato lui a recarsi nuovamente all’uscita sotterranea, ma ora tutti i suoi ragionamenti gli sembravano meno certi; i dubbi più forti.

“Questo posto è stato costruito da Uomini, prima della nascita degli Dei.”

Thano rimase assolutamente immobile, in attesa che lui andasse avanti.

Un attimo dopo Thano, senza alcun cenno e senza neppure cambiare espressione, scomparve e Jona cadde a terra contorcendosi dal dolore.