14: Epilogo

Epilogo I

Il cavallo procedeva spedito sulla larga strada di terra battuta che costeggiava il Rin. Aveva ancora qualche chilometro da percorrere prima di lasciarla e cercare il sentiero fra i boschi che aveva scelto con tanta cura.

Nel frattempo l’Amuleto cominciava le prime lezioni della sua lingua segreta. Una lingua strana e complicata, che specificava con pignoleria non solo l’azione e chi la faceva, ma anche come dove e perché avveniva.

D’improvviso un cavaliere gli si accostò. Da dove sbucava? Asclep!

Salve Jona.
“Lode e onore a Te, Asclep”, rispose il Mago abbassando la fronte fino a toccare la criniera del cavallo.
Lode ed onore anche a te”, rispose il Dio con uno dei suoi sorrisi asciutti e senza allegria, “volevo ringraziarti per come hai risolto la faccenda, lì a Minz.
Oramai era ora di iniziare a esportare i prodotti elfici, ma questo furto, che non è passato inosservato, rischiava di essere un ostacolo. Grazie.
Ci rivedremo, anche se non credo avverrà molto presto. La tua strada è ancora lunga, non aver fretta ed assaporane ogni passo.

Epilogo II

Ipno galleggiava beato nel suo mare di vigile incoscienza quando percepì un’altra potente entità che si avvicinava.
Salve Dana”, disse nel flusso di parole non-parole con cui comunicavano gli Dei.
Salve Ipno, come vedi le cose si stanno deteriorando rapidamente a ‘Rruth.
Ipno impiegò un battito di ciglia per recuperare alla coscienza quanto avveniva ai confini del Continente Proibito e seguire le implicazioni che la Dea gli stava suggerendo.
Il tuo protetto non è implicato, vedo.
Lascia perdere quello! I problemi sono altri, e lo sai bene.
Ipno considerò i fatti, poi scosse la testa: “Per ora stanno solo facendo preparativi. Seguiamo gli eventi, ma non è il caso di intervenire.” Fece una breve pausa, poi proseguì: