Prologo I
Jona stava finendo i suoi esercizi mattutini. Mantenersi in forma, alla sua età, era un lavoro che richiedeva applicazione quotidiana.
Mentre scioglieva le articolazioni irrigidite dal sonno lasciava la mente vagare.
Erano quasi due anni che Thano, il Dio Cacciatore, lo aveva strappato bruscamente da una serena vecchiaia nella sua terra natale e lo aveva costretto a viaggiare per terra e par mare.
La prima meraviglia era stata per il numero e la diversità di razze, usi e costumi dei popoli che aveva incontrato. Si era aperto davanti a lui un mondo nuovo, infinitamente più ampio e vario della sua Ligu, terra dove aveva trascorso tutta la sua vita e che, fino ad allora, gli era sembrata immensa; attraversarla tutta era un viaggio di settimane. Ora aveva percorso spazi centinaia di volte maggiori e la prospettiva era cambiata parecchio.
Il Dio gli aveva regalato un nuovo Amuleto, al posto del suo che ora era nelle mani di Serna, sua figlia ed erede del titolo di Maga di Tigu.
Anche lei, poco tempo dopo, aveva lascito la terra natale ed era ora a molte migliaia di chilometri da casa, nelle terre del sud, fra i Fenarabi.
Sembrava una coincidenza, ma Jona si stava convincendo sempre più che i loro viaggi erano, in qualche modo, connessi.
Il pensiero tornò all’Amuleto che ora stava dandogli il tempo per gli esercizi, come un buon allenatore. Questo era una persona a tutti gli effetti e non un mero strumento come era stato il suo. Ancora non lo capiva completamente, ma si era rivelato un buon compagno di viaggio. Ne aveva sentito la mancanza, là al museo dove aveva fatto la scoperta più grande: prima di loro la terra era popolata da un’altra stirpe, gli Antichi, che erano poi scomparsi, apparentemente nello stesso periodo in cui erano comparsi gli Dei. Difficile pensare che si trattasse di una coincidenza. Che parte avevano avuto gli Dei nella scomparsa degli Antichi?
Sapeva bene che tutti gli esseri umani, per non parlare di Elfi, Nani e delle altre Razze erano stati ricostruiti dagli Dei. Isto gli aveva garantito che gli Umani erano derivati direttamente dagli Antichi, mentre le altre Razze erano state costruite modificando, a volte pesantemente, quel genoma.
Prologo II
Ipno, il Dio del Perdono e dell’Oblio, stava osservando la piccola cengia rocciosa dove il Mago di Tigu stava finendo i suoi esercizi.
Sorrise scuotendo la testa — che non aveva — quando Jona fu attraversato dal sospetto che gli Dei stessi fossero la causa della scomparsa degli Antichi.
Aveva ancora molto da imparare, prima di poter essere utile.
Forse ci sarebbe riuscito, forse no.
Ebbe una breve fitta di rimorso per l’ordalia alla quale lo stavano sottoponendo, ma sapeva bene che era necessaria e che non poteva far nulla di più per aiutare Jona a superarla.
Gli Dei avevano bisogno di Adepti temprati e determinati, oltre che intelligenti e in possesso di un vasto sapere, e questo arzillo vegliardo pareva in grado di superare la prova.